mercoledì 14 dicembre 2011

LE CALENDE DI SANTA LUCIA 2012

Ogni anno rinnoviamo il consueto appuntamento con le calende di Santa Lucia, che grossolanamente ci aiuteranno a capire il tempo metereologico dell'anno che sta per entrare.

Cosa sono e come si contano le calende di Santa Lucia?
Le calende di Santa Lucia sono semplicemente i giorni a seguire il 13 Decembre, giorno di Santa Lucia appunto. Il tempo che si manifesterà in quelle giornate, indicherà quello che verrà nelle quindicine di ogni mese in andata e in ritorno.( andata e ritorno significa prima quindicina e seconda quindicina)

Come si contano: I giorni dal 14 al 25 rappresentano le prime quindicine di ogni mese, quindi 14 dicembre è prima quindicina di Gennaio, 15 Dicembre è prima di Febbraio ecc. fino a Natale, che rappresenta la prima quindicina di Dicembre.
Dal 26 Dicembre si conta a ritroso invece, fino all'Epifania, quindi il 26 sarà seconda quindicina di Dicembre, il 27 seconda di Novembre ecc ecc , fino all'epifania che rappresenta la seconda quindicina di Gennaio.

IL CIPPO DELLA VILLA, PERCHE' QUELL'INCAVO SULLA PARTE SUPERIORE

Il monumento della villa, come amiamo chiamare il cippo romano posizionato nella villa comunale appunto, è un'istituzione anche ludica se vogliamo, dato che ogni lesinese che si rispetti da bambino ci è salito sopra almeno una volta. E' noto il significato delle iscrizioni poste sulla faccia principale, che testimoniano l'importanza della donna Pomponia Drusilla e di suo marito Numisio Quinziano. Il cippo in questione presenta però sul lato sinistro un'incisione meno marcata e sulla parte superiore, degli incavi.

Gli incavi che si vedono qui in foto e le incisioni laterali sono collegate. Ne si trova il significato e il collegamento nel libro di Agostino Gervasio  "Intorno ad alcune antiche iscrizioni esistenti in Lesina" - Napoli, dalla Stamperia Reale, 1852.
Il Gervasio nel suo testo, parla delle varie testimonianze marmoree esistenti ancora oggi a Lesina e di alcune particolarità come appunto l'icavo del cippo in questione e delle incisioni laterali. Racconta che trovò il cippo davanti la chiesa della Congrega del Rosario , l'attuale chiesetta di San Primiano e lo trovò coricato al suolo, perchè caduto in seguito al fortissimo terremoto del 1808. Gli anziani dell'epoca gli raccontarono che l'incavo superiore del cippo non era stato fatto originariamente, ma nel 1725 per collocarci una statua di San Michele Arcangelo che fu perduta a causa del terremoto. Le incisioni laterali invece testimoniano chi ha voluto da statua su quel cippo ovvero il sindaco Nicola Barone, Primiano Dapoto e Cristino Carcello.

Un'altra curiosità che si legge nello stesso libro, racconta di un'altro cippo esistente, che ancora oggi dovrebbe essere inglobato in qualche casa antica della parte vecchia del centro storico. quest'altro cippo, era stato trovato tra le resta delle vecchie mura di cinta di Lesina che i lesinesi usavano per addossarci le nuove costruzioni. Il Gervasio trascrive le parole incise su quel cippo che poi fu per inciso inglobato in una casa:

FL.URANO. VP REC...
PRO. VINDICI LEGVM
AC MODERATORI
IVUSTITIAE
ORDOSLPENDISSIMV
CIVITATIS THEANENSISum
VNA POPOLARIB
SVIS DIGNO PATRO
NO POSVERVNT

 Anche altri storici dell'inizio del 1800 parlano di questo cippo che era stato ritrovato  dietro la chiesa nelle mura di cinta bagnate dal lago. Il cippo era stato ritrovato nel 1815 a quanto pare, ma poi non se ne fece più parola negli anni seguenti.
Le antiche mura di Lesina è un'argomento a parte. Anticamente cingevano tutta la zona del centro storico e i lesinesi le usavano non solo come protezione dall'esterno ma anche come diga contro le inondazioni e le alte maree del lago.
continua....



lunedì 31 ottobre 2011

LA MINESTRA D'ANGUILLA, RICETTE DI FAMIGLIA E TRADIZIONE

Quante volte a Lesina, ci siamo vivacemente scambiati pareri  sulla vera ricetta dell'anguilla in minestra? Tutte le volte scopriamo che la ricetta è diversa da famiglia a famiglia. Ci sono piccole varianti in ognuna di queste ricette, ma qual'è quella originale? cioè quella che mangiavano i nostri bisnonni e avi, durante i lunghi inverni passati nei pagliai?

La vera ricetta è molto più semplice di quanto si creda.

Cosa di prima necessità era il coccio, o meglio una pentola di terracotta dove cuocere il tutto a fiamma media e possibilmente su fiamma di legna. Oggi questo sistema non si usa più per la logica comodità del gas, quindi la ometteremo, ma comunque se sarà possibile averne una , ne terremo conto per la nostra preparazione.

Quindi, in una pentola a fuoco medio, salare un pò d'acqua e immergere l'anguilla già pulita



Successivamente, cominciare con le verdure.
Si puliscono le cicorie e si sciacquano bene bene (consigliato anche qualche prodotto per il lavaggio delle verdure) , successivamente stessa operazione per le patate, prestando attenzione alla quantità di queste perchè assorbono il "salato" della minestra, i peperoni che taglieremo a striscioline, le melanzane, il sedanino, il pomodoro e la zucca.
in fine la cipolla. ( si può aggiungere anche il peperoncino)
Attenzione nei dieci minuti in cui verranno pulite le verdure, l'anguilla comincerà a cuocere e quindi a tirar fuori le impurità che raccoglieremo con un semplice cucchiaio

Una volta fatta questa operazione, aggiungere le verdure e cuocere il tutto per circa 30 minuti, o meglio il tempo di cottura delle verdure.


Nella ricetta originale, non si aggiungevano troppi fronzoli, per via della lontananza dei pagliai dal centro cittadino. Era difficile trovare tutti i giorni verdura fresca e quindi si usavano verdure che comunque tenevano per più di una settimana, come ad esempio i peperoni, i pomodori raccolti un pò più presto del solito oppure a "Cunzerv", le melanzane, patate, zucca, e le erbe selvatiche prese al momento  come cicorie raccolte nel boscoisola stesso e meraviglia del boscoisola u "Lacc'tell" che in forma originale, cioè quello che va in minestra, non è il sedano normale, ma un sedanino che nasce spontaneamente nel boscoisola presso le varie fantine ancora oggi esistenti.

Proprio per il motivo della difficoltà di reperimento delle verdure , che ogni tanto si ometteva qualcosa e  a mio avviso questa ricetta infatti , è una delle poche tradizionali che permette l'omissione di questo o quello per dar vita alla "minestra di famiglia". Ad esempio nella mia famiglia non piace l'olio e la zucca, mentre ho sentito altri che non mettono le fette di pane sotto il piatto, chi non mette le melanzane, chi usa le zucchine al posto della zucca ecc. 


Anche nel mondo della ristorazione ci sono varianti da ristorante a ristorante, come sono stati tanti anche gli studi che i ristoratori hanno fatto per presentare una minestra d'anguilla preparata ad una certa maniera e addirittura impiattata ad una certa maniera. Ma sinceramente, il profumo e l'atmosfera che una minestra d'anguilla può suscitare all'interno della famiglia, non può essere cambiato ed impiattato diversamente dalla propria ricetta di famiglia. Ci sono dei riti dietro questa minestra, è come una festa, una celebrazione dell'orgoglio familiare, una cerimonia.


minestra d'anguilla a Lesina?
apoteosi, elogio, esaltazione, glorificazione, lode, plauso, trionfo.





mercoledì 31 agosto 2011

FAUNA , RITORNA IL TASSO NEI NOSTRI TERRITORI

E' da parecchio tempo che nei territori lesinesi un animale prima  molto comune  era di colpo diventato rarissimo.E' il caso del tasso, questo mustelide bianco e nero molto simpatico che per colpa dell'agricoltura intensiva e dei veleni e altri prodotti usati in questo ultimo trentennio, è scomparso dalla zona bruscamente.
Oggi l'agricoltura intensiva sta volgendo all'uso di prodotti meno nocivi all'ambiente, prodotti come concimi organici e anticrittogamici meno tossici. Questa situazione ha fatto ritornare parecchi animali come fagiani, molte più volpi, altri mustelidi come la faina e in fine il tasso.
Gli esemplari avvistati erano adulti in ottima salute e quindi non si esclude che ci saranno in futuro delle cucciolate che incrementeranno di molto il loro numero. I luoghi degli avvistamenti sono contrada Fischino, La Comune, il Boscoisola ( precisamente contrada Morella) e Nise.
Il tasso è un'animale molto comune sugli appennini e quindi la provenienza di questi esemplari  potrebbe essere benissimo il corso del Fortore, unica via "verde" che collega il nostro territorio con l'appennino. 

martedì 12 luglio 2011

IRRITAZIONE DA MEDUSA: CONSIGLIO PRATICO PER TOGLIERE SUBITO IL DOLORE







In questi giorni al mare si fa sempre più spesso l'incontro "tragico" con la medusa. E' da un pò di anni comunque che, con il riscaldamento delle acque del mediterraneo questi animali proliferano in gran quantità e quindi sempre più spesso viene a contatto con noi.

La medusa più comune che abbiamo nelle nostre acque, irrita la pelle con i suoi tentacoli che, come una specie di molle, tirano fuori degli uncini che iniettano il veleno urticante.


Rimedi Leggenda: sono stati molti i rimedi creati ad arte per le irritazioni da medusa, ma quella più deficiente di tutti è il rimedio della pipì!
Ragioniamo: come può un liquido prodotto dall'uomo che contiene per la maggior parte acqua tossine ammoniaca e scarti fisiologici combattere una tossina? Non ci riesce, è inutile farsi dei sogni e cercare spiegazioni scientifiche. C'è qualcuno che dice che funziona dopo 20/30 minuti....beh è normale anche se non ci butti niente passa il dolore dopo 30 minuti, ma rimane il prurito....quindi inefficace.


La medicina moderna nutre forti dubbi sull'uso di creme cortisoniche, ammoniaca, alcool che potrebbero solo aprire di più i pori della pelle e aumentare il dilagare delle tossine.
Quindi cosa fare se si viene a contatto con le meduse?

Prima cosa da fare è assicurarsi che non ci siano rimasti pezzi di tentacoli attaccati alla pelle, se ci sono rimuoverli o tamponando con un'asciugamano o direttamente con le mani ( non abbiate paura, la pelle delle mani oltre a produrre una sostanza che distrugge immediatamente le tossine è anche molto spessa per gli uncini). Successivamente sciacquare con acqua di mare.
La cosa da sapere è che la medusa come la tracina ha delle tossine fortemente termolabili cioè si distruggono facilmente con il calore. Quindi la cosa da fare per far passare subito l'irritazione, quindi il dolore e il gonfiore è mettere a contatto la parte irritata con il calore intenso, come può essere l'acqua calda o se la parte non è troppo estesa (come un braccio o un polpaccio) direttamente con la sabbia rovente.
La tossina comincia a rompersi già con un calore di 45/50 gradi per poi distruggersi completamente ed immediatamente con una temperatura di 60/70 gradi.
Se si è su un lido, è molto probabile che al bar si trovi spesso dell'acqua calda. Fatevela mettere in un contenitore che riesca a contenere un canovaccio o un'asciugamano, immergetelo e applicatelo sulla parte colpita, vi assicuro che il sollievo è immediato e l'irritazione e il gonfiore sparisce entro 6/7 minuti, senza lasciare prurito.

Per la tracina è la stessa cosa anzi forse molto più dolorosa è la puntura però il rimedio è lo stesso e quindi basta immergere il piede in acqua caldissima o sulla sabbia rovente per qualche minuto.

sabato 9 luglio 2011

UNA VERGOGNA CHE NON FINISCE! E UN UOMO PERDE LA SUA DIGNITA! E' QUESTA LA LESINA CHE VOGLIAMO?

C'è un problema adolescenziale a Lesina, un problema che definirei dettato dal branco. Il video in questione postato su YouTube ultimamente, testimonia e denuncia le persecuzioni a danno di questo uomo che a Lesina conosciamo tutti che però nessuno aiuta. Il branco in questione, formato sempre dagli stessi ragazzi, tutte le notti crede di essere nello scherzo, senza capire o almeno concepire quanto sia importante la dignità per un'uomo. Stesso uomo che ogni notte si vede togliere quella dignità per divertimento di altri. Provate ad immedesimarvi voi stessi in quella persona e provate solo a pensare a qualcuno che per divertimento togliesse la vostra dignità e per altra beffa la postasse pure su Internet. 

A parte lo schifo che questi ragazzi stanno combinando e a parte il titolo di questo video che la dice tutta, potrei solo dire che il gioco è bello quando dura poco. Quando si va a ledere la dignita più intima di un'uomo, beh non si tratta più di ragazzate, si tratta di diavolate vere e proprie!

Ps. Inviterei l'autore del video a non rimuoverlo e lasciarlo come testimonianza e a limite cambiare quell'orrendo titolo, perchè si sà il pazzo porco non è lui, ma gli imbecilli che fanno queste cose!

mercoledì 29 giugno 2011

DIGISCOPING: ATTREZZATURA ECONOMICA PER INIZIARE

girovagando per il web sono riuscito a trovare un cannocchiale da Digiscoping davvero ottimo e ad un prezzo economico. Non si tratta di un'ottica di ottima qualità, ma comunque ottimo per iniziare e abbastanza resistente e comodo. Si adatta tranquillamente alle macchine Canon e Nicon, ma qualche amico mi dice che ha piccoli problemi con la taratura dell'adattamento di altre macchine che però è facilmente eliminabile con piccole modifiche.

Il cannocchiale da digiscoping in questione è prodotto dalla francese Solognac ed è venduto presso Decatlon e presso il loro sito di vendita on line.

Si tratta logicamente di un prodotto low cost, e sinceramente anche le sue prestazioni lo sono... però a quel prezzo....

sabato 14 maggio 2011

IL RITROVAMENTO DELLE RELIQUIE DI SAN PRIMIANO A LESINA- E I SOTTERRANEI DELLA CHIESA

 E' soprattutto con semplicità e superficialità, che ogni tanto si parla della storia del santo patrono e di come sia arrivato a Lesina, magari facendo confusione su alcuni punti per coprire le grosse lacune che  si sono venute a formare nel corso del tempo.
Un pò di mesi fa trovai un testo, in cui c'era un rapporto della venuta a Lesina di un sacerdote mandato dalla Chiesa e per commissione della Santissima Annunziata di Napoli.

Il rapporto recita così:

Addi 22 novembre 1597 giuns'egli in città: i sui primi passi furono alla chiesa dell'Annunziata, cui appena poteva servire per celebrar la messa, tanta era la rovina in che si trovava, specialmente nel tetto, già in più punti caduto. Accompagnato dal sagrestano di essa, e da molti altri ecclesiastici e secolari, avviosi verso l'antica cattedrale, non di molto discosta.
Non vi sorgevano che mura e l'erba, e gli sterpi cresciuti sulla somma di queste facevano chiaramente conoscere, che da più e più anni era priva di tetto: non più finestre, non più porte, non più in somma verun vestiglio di sacro tempio. Una ben grossa ficaia selvatica confermava, come dinanzi ho notato, l'antica dell'avvenuto eccidio.
Tutt'al più, si trovava un qualche indizio di chiesa nella diroccata tribuna.
Perlustrando intanto diligentemente quel luogo, si trovarono sparsi al suolo de bassirilievi, delle pietre con iscrizioni a caratteri lombardi, ma infrante e logorate così da non poterne rilevare parola. Benzi da una pietra lunga dieci palmi ed alta due e mezzo, cui dicevano aver servito di ornamento alla porta principale del tempio, poterono rilevare alcune figure, ciascuna delle quali aveva anche il suo nome, scolpitovi in abbreviatura: nel mezzo era effigiato il Salvatore; a destra S. Primiano, già titolare del tempio,S.Firmiano, S.Sabino vescovo , S Eunomio vescovo; a sinistra S.Pascasio abate, sant'Orsola, S. Alessandro, S.Telluro.
  
La cosa che mi ha colpito di più si trova in questa parte del rapporto che trova ancora oggi fondamento nella struttura della nostra chiesa e forse sarei riuscito personalmente a suggerire ulteriori scavi durante l'ultima ristrutturazione, se mi fosse stata data la possibilità di accedere durante i lavori e vedere con occhi più sospettosi quello che magari non si è voluto vedere.

Proseguendo colle loro indagini, videro due aperture, che davano ingresso, ciascuna per mezzo di una scala, alla confessione o sotterranneo, a cui gli sterpi e i cespugli da molto tempo cresciuti facevano le veci di porta. Con grande fatica vi discesero: ne trovarono sostenuto il volto da varie colonne di elegante forma e di ben antico lavoro. Cinque altari di fronte sorgevano tuttavia: su di ognuno stava una cassa di legno, entro cui una figura intagliata similmente in legno, in abito benedettino, col pastorale nella destra, un libro nella sinistra. In quella dell'altare di mezzo era l'effige di S.Primiano, tenente in mano un ramoscello; in un'altra era S.Sabino, vestito da vescovo, con mitra in capo, pastorale nella sinistra, e colla destra in atto di benedire. Era cosa maravigliosa, che in un sotteraneo così abbandonato, a cui avevano libero accesso i rettili gl'insetti e qualunque altro immondo animale, sotto un pavimento erboso e pieno di sterpi, ed esposto a tutte le intemperie dell'aria , non vi fosse indizio della minima umidità. Si notò anche una colonna forata , a cui costumavasi legare gli energumeni per ottenere la guarigione.

All'indomani che era giorno di Domenica, il Marra volle offerire il santo sacrifizio su quell'altare di mezzo; Siccome fece anche nel susseguente giovedì. Recitate poscia le litanie ed altre preci, posero tutti mano a scavare intorno a quell'ara, sulla sicurezza di dovervi trovare qualche sacro tesoro. E lo trovarono: imperciocchè , giunti a quattro palmi di profondità, scoprirono una cassa di marmo, lunga quattro palmi e larga poco più di uno. Apertala vi trovarono molte ossa, a cui era sovrapposta una piccola lamina di piombo larga tre dita e lunga tre, la quale offriva la parola
S.PASCHASIVS ; e nell'inferior parte del coperchio della cassa, anch'esso di marmo , era scolpito: S.PASCHASIVS CONFESSOR. Subito per tutta la città si fece spargere il lieto annunzio; si canto solennemente il TE DEUM; si ricopri la cassa, vi si fece accendere un lume, si assicurò ogni ingresso al sotterraneo; nè per quel di si fece di più.
A'25 dello stesso mese il divoto indagatore celebrò la messa sull'altare a sinistra , e ,e fatte le presi solite, diede principio allo scavo anche la; e similmente quattro palmi sotterra, trovò un lungo e grosso marmo, che copriva due casse pur di marmo , una delle quali offriva sul coperchio l'indizio S.SABINVS CANVSINVS, e dentro colle ossa, a cui stava unito anche il teschio, era una lamina di piombo, sulla quale leggevasi: S.SABINVS CANVSINVS PONTIFEX LESINENSIS; nel coperchio dell'altra cassa e sulla dentrovi lamina di piombo unita alle ossa racchiuse era inciso S.EVNOMIVS.
All'indomani in somma , sotto lo stesso altare di mezzo, trovarono un'altra cassa, contenente molte ossa e la lamina di piombo; su cui egualmente che sul coperchio si leggeva S.ALEX ET S. VRS. VIRG. ET MART.
Addi 27 ne trovarono un'altra più sotto: v'era scolpito in carattere più antico delle altre S.TELLVRIVS.
Ma accortosi il Marra che i Lesinesi macchiavano qualche furto su quel sacro bottino, ne diede sollecito annunzio ai governatori giuspatroni della santissima Annunziata di Napoli, e si pose intanto a farne più diligente che mai sentinella. Vedendo quei cittadini perciò l'impossibilita dell'impresa, ne soffrendo di essere spogliati di quei preziosi pegni della religione dei loro padri, offrirono al Marra mille ducati d'oro per ogni cassa, purchè loro le consegnasse:ma indarno, perciocchè ai 2 di marzo del seguente anno 1598 arrivarono a Lesina con uno dei governatori della basilica giuspatronale alcuni apostolici inviati, con ordine di trasportarle tutte a Napoli, siccome fecero nel di 4 del mese stesso. Ebbero per altro la diligenza di lasciare alla città una reliquia di ciascuno dei sacri corpi, perchè non ne restasse intieramente spogliata. Anzi nello stesso giorno dell'arrivo dei suddetti inviati, alla presenza di loro volle il Marra continuare l'interrotto scavo del pavimento intorno all'altare di mezzo, e si trovò un'altra cassa di marmo con entro altre ossa e una lamina di piombo: leggevasi sul coperchio S.PRIMIANVS, S.FIRMIANVS, e sulla lamina SS.PRIMIANVS ET FIRMIANVS.
Le sacre reliquie di tutti questi santi furono collocate provvisoriamente nella chiesa della Pietà di Napoli , finchè se ne dispose onorevole pompa per trasferirle alla basilica della santissima Annunziata.
In questa parte si descrivono due aperture che portavano giù nei sotterranei della chiesa madre, dove appunto sono state ritrovate le ossa dei santi e soprattutto quelle di San Primiano.
Facendo capo al progetto dell'Oberty della nuova chiesa madre costruita sulle fondamenta della vecchia cattedrale, possiamo fortemente intuire che in una maniera o nell'altra sotto la nostra chiesa ci sia ancora il sotterraneo con il suo colonnato e gli altari. Idea del sotterraneo che in qualche modo potè comunque contagiare anche il Vanvitelli nel suo progetto della costruzione del Succorpo della Basilica dell'Annunziata in Napoli, visto che comunque lui fu a contatto con i santi Eunomio, Pascazio e Sabino ritrovati appunto in Lesina nei sotterranei.

succorpo Annunziata di Napoli
Vanvitelli stesso che progettò la zoccolatura della scalinata della Reggia di Caserta proprio con il calcare nero che secondo alcuni documenti,veniva scelto dalle cave ora scomparse di torre fortore in tenimento di Lesina.:
Si ipotizza quindi che il Vanvitelli durante il suo viaggio per la scelta dei marmi, si recò a Lesina presso l'Annunziata, e visitò il succorpo di persona per poi riprogettarlo a Napoli.

venerdì 6 maggio 2011

LA GRACILARIA, L'ALGA TIPICA DEL LAGO DI LESINA, OTTIMA PER LA CUCINA GIAPPONESE E NON SOLO

La Gracilaria, l'alga che per molti anni è stata raccolta nel lago per l'industria farmaceutica, viene ancora tutt'oggi consumata dal popolo giapponese e non solo. Questo piatto viene chiamato Ogonori e viene servito freddo  preparandolo solo con un pò di sale.
 Di solito accompagna il sashimi, ma fuori dalle tradizioni giapponesi, la Gracilaria viene usata come insalata, saltata in padella, in umido oppure leggermente scottata sulla brace e condita con olii.
Questa alga non viene solo consumata in Giappone come piatto tipico, ma anche in tutto il Sud Est asiatico, Hawaii e nelle isole Caraibiche.

Esistono vari tipi di gracilaria, e la nostra è indicata come "Gracilaria Verrucosa", da cui si estrae l'Agar Agar, una sostanza mucillagginosa che serve come terreno di coltura per microrganismi nei laboratori, oppure come lassativo. Viene utilizzata anche nell'industria alimentare come sbiancante dei vini, birre e dei liquori e per la preparazione di gelatine e di marmellate senza zucchero e a basso contenuto calorico.

Curiosità:
tra i prodotti fabbricati con la Gracilaria, esistono anche dei giocattoli erotici, strumenti per la profilassi sessuale al gusto di Gracilaria, custodie per telefoni cellulari, saponi e siliconi.

sabato 30 aprile 2011

SIGNORE E SIGNORI VI PRESENTO IL DIGISCOPING

Ogni tanto in giro per il mondo c'è sempre qualche imbecille che mette l'obiettivo della macchina fotografica nel suo cannocchiale o binocolo.... Beh come la maggior parte delle cose geniali, le cose si inventano sempre dalle cretinate.
E' il caso del digiscoping, una nuova disciplina fotografica che unisce un semplice cannocchiale o binocolo ad una macchina fotografica digitale per fare foto e riprese naturalistiche da diverse centinaia di metri.
La cosa sembra nuova ma invece è già da parecchio tempo che viene stimata da fotografi professionisti, documentaristi e semplici appassionati. "Disciplina" così stimata da spingere i costruttori di macchine fotografiche e strumenti ottici a produrre strumentazione adatta.
Il costruttore attualmente più importante di attrezzatura per il digiscoping è nientemeno che la "Swarovski". (capitolo a parte la Swarovski, infatti a Lesina è conosciuta solo per la sua produzione secondaria di "odiosi pupazzilli", ma nessuno sa che la swarovski realmente si occupa di diamanti artificiali e ottiche per la caccia, per l'astronomia e la fotografia)
La Swarovski Optic infatti ha una gamma prodotti davvero eccellente per il digiscoping, ache se come al solito quando una cosa è agli albori non c'è molta concorrenza quindi i prezzi sono elevati.

 Di cosa si ha bisogno per cominciare il digiscoping? Beh innanzitutto l'attrezzatura: una buona macchina digitale, un ottimo cannocchiale( meglio se adatto al digiscoping) un'adattatore per l'obiettivo, un supporto per la macchina, un trepiede abbastanza stabile e i consigli di base per arrivare a fotografare animali a grande distanza senza avere una foto scarsamente illuminata e mossa.

Esistono in commercio anche delle guide e dei libri, è il caso dell'amico Riccardo Camusso, uno dei più grandi conoscitori del digiscoping in Italia, che ha scritto un libro guida che può di sicuro essere utile:


Il libro in questione potete chiederlo direttamente a lui, lo trovate su Facebook con le sue meravigliose foto.
Io ancora non provo( forse per mancanza di stumentazione e di tempo) ma qualche foto/porcheria attraverso il mio binocolo sono riuscito a farla la sera della superluna del 19 marzo:


Logicamente il mio binocolo è un normale 10x50, ma guradate cosa può succedere con una strumentazione professionale e con una semplice Coolpix .....

venerdì 29 aprile 2011

PAURA DELLE VIPERE E ALTRI RETTILI IN GIARDINO? ECCO LA SOLUZIONE PER ALLONTANARLI

Molta gente in Italia nei periodi primaverili ed estivi, si ritrova con vipere e altri rettili all'interno dei propri giardini, e specialmente chi ha un'abitazione in campagna sa che i muretti a secco, capanni, pozzi in muratura e attrezzi vari possono essere scelti come dimora da tantissimi rettili.
Come fare però a cacciare questi animali senza ucciderli?
O vi accattivate le grazie di un ramarro maschio o di un riccio ( per l'ultimo è più facile: mangia volentieri le crocchette dei cani e gatti), oppure acquistate un "disabituante per rettili".

Ormai si trova in tutti i negozi che trattano giardinaggio e costa intorno alle 16/20 euro per litro ed ogni litro basta per trattare un giardino di 50 mq.
Il prodotto è in granuli e basta spargerlo o sui confini o per tutto il terreno e il suo odore sgradito dai rettili, allontana questi animaletti.
Ne esistono di vari tipi e volumi, praticamente sono dei granuli impregnati di sostanze più o meno chimiche che però non possono essere usate negli orti e coltivazioni perchè lasciano tracce nelle piante e nei frutti...inquina un pò quindi.
Io vi consiglio di acquistarlo solo se davvero avete la fobia dei rettili e consiglio pure di non portarvelo dietro a pasquetta o in scampagnate nei boschi e prati perchè tanto non funziona subito e soprattutto inquina. Dopo tutto, quando usciamo per scampagnate dobbiamo ricordarci che dove mettiamo i piedi non è territorio nostro ma territorio loro , quindi spargere queste sostanze intorno al nostro tavolo e come se qualcuno venisse in casa nostra a spargere veleno per sfrattarci.


visita pure 

come scacciare serpi e vipere dal giardino con rimedi fatti in casa.

RICETTA LESINESE SCOMPARSA: LA FOLAGA SECCATA

C'era una volta un paese del basso Adriatico affacciato direttamente sulla sua omonima laguna. In questa laguna nei tempi di tardo autunno, amavano riunirsi per la forte abbondanza di cibo, moltissimi uccelli neri. Le folaghe.


A parte gli scherzi fino a qualche anno prima della seconda guerra mondiale esisteva una ricetta per la folaga andata completamente in disuso:"A FOLL'K S' CCAT" ( la folaga seccata)

Il procedimento per questa ricetta non richiedeva molto tempo, ma comunque serviva per assicurarsi della carne anche nei periodi di magra. La folaga era ed è uno degli uccelli più frequenti nel lago di Lesina, e dopo averla cacciata, si usava spennarla e sviscerarla per poi cospargerla di aglio, rosmarino, prezzemolo, alloro e sale. Dopo una brevissima frollatura si legava il tutto con lo spago e si riponeva ad affumicatura nei camini delle case lesinesi.
Una specie di prosciutto affumicato, di sicuro con un gusto forte che riprendeva veracemente il sapore della nostra terra e della nostra laguna..... da provare.
Ne porta testimonianza anche una pubblicazione dell'Accademia Nazionale dei Lincei " Notizie sugli scavi di antichità" del 1929

La folaga a Lesina è sempre stata una delle carni più apprezzate e abbondanti e come il maiale non si buttava via niente, infatti anche le piume servivano a qualcosa, si confezionavano comodissimi materassi e cuscini.
La piuma della folaga lavata (ultimamente anche in lavatrice) in un sacco o in una federa ben chiusa, assicurava traspirazione e quindi il miglior materiale antiallergico addirittura migliore dei cuscini in piuma d'oca.
Io ancora oggi dormo su un cuscino di piuma di folaga e posso assicurarvi che nei miei vari viaggi ho sempre rimpianto quel cuscino morbido e fresco....

mercoledì 27 aprile 2011

FABIO E MINGO DI STRISCIA DI NUOVO A LESINA PER LE VORAGINI



La soluzione di ri-impermeabilizzare il canale di Acquarotta è per me una delle soluzioni  più consone al problema, anche se ormai il danno è fatto visto che sotto Marina di Lesina esiste una voragine madre gigantesca e profondissima.
Un'altra soluzione potrebbe essere riscavare il canale di acquarotta e deviarlo verso la vecchia foce.

La vecchia foce del canale Acquarotta era praticamente sul confine tra l'Eden Kiss e Lido Mafalda, e negli anni 20/30 è stata poi spostata, raddrizzando il corso del canale, dov'è attualmente a Punta Pietre Nere. La ditta che eseguì i lavori sapeva bene come fare i conti e sapeva bene come lavorare, infatti impermeabilizzò tutto il fondo e i lati del canale con un letto di cemento in modo da non far sciogliere il gesso di quella zona.  

"...Curiosità: qual'è la differenza tra maestrale e tramontana? ..." By Frikkio

"...Curiosità: qual'è la differenza tra maestrale e tramontana? ..."

NO NO , CARO FRIKKIO DI MARE NON TE LO LASCIO COME COMMENTO MA TE LO PUBBLICO COME POST PRINCIPALE, ESSENDO QUESTO UN'OPERA D'ARTE!





"Ho visto solo ora questo post. Bisogna sapere che furono i Veneziani a dare i nomi ufficiali ai venti per dare un po' d'ordine a quello che era un vero caos nella marineria di allora. Ognuno li chiamava a modo suo. Percio' indirono un incontro fra tutti gli interessati sull'isola di Cipro, dove non vi sono venti dominanti, per stabilire una volta per tutte dei riferimenti ufficiali e riconosciuti universalmente, almeno in fatto di venti... La direzione da Cipro verso Venezia fu detta "maestra", da cui Maestrale. Tutti gli altri venti presero il nome dalla direzione delle terre da cui provengono sempre relativamente all'isola di Cipro. Ecco perche' a volte ci risulta incomprensible che un vento ufficialmente si chiami in un modo ma localmente in un altro. Maestrale, quindi non e' il vento che proviene dal nord, come saremmo portati a credere per intuito, ed ecco perche' il nostro Grecale non corrisponde al Grecale ufficile e cosi' via. Quasi sicuramente nella conferenza di Cipro non ci furono Lesinesi e, come al solito, fummo tenuti all'oscuro dalle cose importanti e continuammo a mangiare tranquillamente anguille. Non che la cosa ci tocchi piu' di tanto, dal momento che un conto e' stabilire domini e rotte commerciali per il Mediterraneo e un'altro e' circumnavigare San Clemente cou un sandalo. C'e da aggiungere, inoltre, che i Veneziani imposero in ogni caso il loro modo di denominare i venti e altro, poiche' erano praticamente i dominatori del Mediterraneo."

il vostro eolico lupacchiotto di mare: Frikkio (alias Primiano Schiavone)

martedì 26 aprile 2011

UNA FORTISSIMA EPIDEMIA STA DECIMANDO I DELFINI DELL'ADRIATICO

E da un pò di tempo a questa parte che il mare rigetta sulle spiaggie troppi delfini morti. Nessuna notizia dai giornali e nessuno che se ne interessa(forse perchè non è estate), ma la popolazione di stenelle e tursiopi nell'Adriatico si sta decimando e sicuramente per una forte infezione.
Uno è stato trovato direttamente da noi, altri invece da diversa gente che per un motivo o per un altro si trovava in spiaggia.
Ieri un altro delfino è morto sulle spiaggie di Molfetta e dalle prime analisi sembrerebbe che sia morto per una forte infezione causata da parassiti. ( con buona pace di chi vuole strumentalizzare)
I delfini purtroppo hanno dei parassiti che mangiano letteralmente la loro pelle ed alcuni addirittura hanno la facoltà di entrare direttamente nelle carni provocando anche grosse ferite. Ferite che prontamente si infettano provocando grossi danni, specialmente quando c'è qualche virus o infezione da altro agente patogeno straordinariamente potente come in questo caso.
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Oltre al delfino trovato da noi, ne sono stati trovati altri. Uno pochi giorni fa sempre sulle spiaggie di Lesina in località Pietre Nere, un altro scheletro l'ho visto due Sabato fa sul molo della foce del Fortore, un altro sempre pochi giorni fa sulle spiaggie di Campomarino (cb), uno ieri a Molfetta e altri 5 tra il Ravennate e il Riminese. Non si esclude che comunque ce ne siano ancora altri  in balia delle correnti e che le prossime mareggiate possano portarle fuori con ulteriori sorprese.
E' una strage silenziosa, provocata da questa epidemia che decima i delfini dell'Adriatico, che ultimamente avevano raggiunto un grosso numero come le tartarughe del resto, che a giudicare dagli avvistamenti, popolano le nostre acque e specialmente gli impianti di mitilicultura, forse attratti dalla vegetazione esistente sui massi d'ancoraggio .

Ho avuto modo di vedere un articolo del giornale on line di Termoli, Primonumero, che fa vedere uno dei delfini morti trovati in questa primavera. Vende l'accaduto come se il delfino fosse stato preso a fucilate da qualche pescatore.......mmmm questa è la foto  e secondo me e balisticamente parlando, un proiettile che riesce a trapassare le ossa del cranio di un delfino uscendo con quella precisione può essere uscito solo da un mitragliere a canna rigata da contraerea, quindi lascio a voi valutare se un pescatore esce in mare con la barca o con un cacciatorpediniere.....

giovedì 21 aprile 2011

RIAPERTURA DEL CANALE ZAPPINO, GIOVERA' AL LAGO DI LESINA?

La Giunta Comunale insieme alle altre istituzioni e ai fondi che sono stati stanziati per la riqualificazione dei laghi di Lesina e Varano, inaugureranno a breve i lavori di riapertura dell'antichissimo canale Zappino, interrato  ormai da più di un secolo.
Spiluccando tra i vari libri antichi e le varie immagini della nostra laguna, risalta all'occhio l'importanza di questo canale naturale che collegava il lago di Lesina con l'Adriatico.
Alcuni testi dell'ottocento oltre ad elencare ed elogiare le anguille di Lesina e loro grandi pesi, indicano pure alcune razze di pesci che nel lago non si vedono da chissà quanto tempo. Si tratta ad esempio del "Rombo" e della "Platessa". Guardando il pescato degli ultimi anni sembra proprio che queste specie di pesci non entrino più dal mare e mentre per la platessa e la sogliola si vede ancora qualche sporadico esemplare, il rombo invece è sparito completamente.

Il testo "Fauna del Regno di Napoli" di Oronzo Gabriele Costa, (1850) indica nelle acque del lago l'esistenza della platessa e di una specie di rombo molto più grande del resto del Mediterraneo.( forse si trattava di una specie endemica del lago di Lesina):

" Vive nel Mediterraneo, ma nel Golfo di Napoli e quasi in tutti i lidi del Regno non è molto frequente. Nell'Adriatico sembra essere più abbondante, ove pure acquista dimensioni maggiori.
Dal Lago di Lesina abbiamo ottenuto una varietà molto distinta, tra per l'altezza maggiore del corpo, ed il capo più ottuso; come per un colorito terroso dante al giallo tutto uniforme. Vi si notavano pure i primi raggi della dorsale meno crassi, le squame più delicate e quindi meno apparenti; ed in fine anche i denti del vomero e del faringe meno acuti. All'aspetto esso si annuncia come specie ben distinta; ma non ci presenta poi alcun carattere organico atto a farlo considerar come tale..."

Di sicuro questa specie di rombo poteva avere una variazione dovuta più dalle acque del lago che dalla specie in se per sè, ma comunque nel testo si indica un peso molto maggiore delle altre specie pescate dalle altre parti del sud Italia e come citato sopra anche dentature e colori diversi, un pò come succede per la nostra anguilla.
Oggi il rombo la sogliola e la platessa sono sempre più rari e anche le altre specie di pesci sono diminuiti. Voglia la condizione delle acque e voglia lo sfruttamento intensiovo degli ultimi anni, ma credo che comunque la salinità del lago di Lesina e lo scambio delle acque stesse col mare, siano parametri indispensabili per alcuni tipi di pesce, come ad esempio può essere la spigola che di sicuro è meno adattabile magari dell'orata che sappiamo esistere anche in foci inoltrate di fiumi. Il calo progressivo del pescato e della fauna ittica è quindi ben imputabile anche alla chiusura del canale Zappino che di sicuro era corridoio preferibile dal pesce.
A mio avviso l'apertura del canale causerebbe la mitigazione della salinità del lago e quindi uno scambio di acque giusto dal centro del lago stesso, consentendo di nuovo l'ingresso più frequente di pesci come il rombo, le spigole, sogliole, platesse e tutte quelle specie che hanno bisogno di una maggiore salinità, specialmente d'inverno quando i vari canali di scolo e bonifica, oltre a quelli naturali, gettano all'interno del lago acque dolci in maggior quantità.









mercoledì 20 aprile 2011

ORDINANZA DEL SINDACO: DIVIETO DI ACCESSO E TRANSITO VEICOLARE E PEDONALE NELLA PINETA COMUNALE DI "PENNACCHIO SPEDALE"

Giorno 18/04/2011 il Sindaco ordina il divieto di transito e accesso all'intera area della pineta del boscoisola, perchè fortemente pericolante. Dopo gli incendi del Luglio 2007, ad aggravare la situazione è anche un piccolo vermiciattolo che si insidia tra i tronchi dei pini bruciati scavandoli dall'interno e mettendo a rischio l'equilibrio e la resistenza dell'albero stesso. Il parassita in questione è lo scolitide, un coleottero piccolo alcuni millimetri che mangia il tronco dall'interno, quindi molto difficile da individuare guardando il tronco che all'occhio si presenta sano.
Ecco l'ordinanza: fai click sulle immagini per aprire

L'anno scorso la Protezione Civile di Lesina fece un lavoro davvero eccellente per mettere in sicurezza la pineta per il giorno di pasquetta, ma quest'anno i vari controlli effettuati dal comune e dalle autorità,  mettono in evidenza la forte pericolosità del sito, quindi è giusto che il Sindaco ordini il divieto all'accesso per preservare l'incolumità della gente.

venerdì 8 aprile 2011

E ORA SI TRIVELLANO LE TREMITI SU COMANDO DELLA LOBBY CHE GUIDA BERLUSCONI!!! ANZI LE BUNGABUNGHIAMO!

Ormai anche le testate giornalistiche ne danno conferma, la Prestigiacomo ha dato il suo consenso alla ricerca del petrolio dinanzi Lesina ed esattamente alle Tremiti. Nulla è servita tutta la mobilizzazione del popolo del web, associazioni , politici e quant'altro, sembra proprio che la prima letterina di Berlusconi abbia deciso di far trivellare ANZI BUNGABUNGARE le Tremiti a discapito di fondali ed economie turistiche, per trovare un petrolio che si sa è di bassa qualità.
Ormai lo sappiamo, l'Italia di oggi non è patriottistica ne tantomeno ha un popolo sovrano, ha solo al suo apice una lobby formata da poche persone che non sapendo dove andare a speculare ha preso di mira il territorio garganico. Territorio che non è stato mai preso in considerazione dallo stato per ben altre capacità, anzi...
L'agricoltura va a rotoli e pure li c'è una lobby, nella politica altrettanto, nelle industrie non si capisce, nel turismo si fa a piacer proprio, ora è il turno delle energie.
Si fa a gara per fare la solita italianata, si costituisce un parco nazionale chissà da quanto commissariato, si comincia a guardare al verde costruendo addirittura impianti fotovoltaici ed eolici, poi arriva la notizia del nucleare o a Lesina o a Manfredonia. L'anno scorso il petrolio e oggi di nuovo lo spettro piattaforme. Beh insomma stiamo messi proprio male, la lobby paga le puttane e si comprano pure case ad insaputa. E il popolo sovrano della repubblica italiana? Paga tasse per avere una televisione di merda, processi a catena contro un presidente che tutto fa tranne che tirarci fuori dalla crisi, auto blu, stipendi milionari a politici che non vanno nemmeno a sedersi in parlamento, portaborse, soldati in Afganistan in una guerra che non è nemmeno nostra, clandestini che sanno bene che l'Italia non ha frontiere con consecutiva Malta che ci prende per il culo, la massoneria che ride tirando tutti i fili della situazione, un presidente della regione Piemonte "leghista" che sa bene che è di San Severo, benzina e iva alle stelle, pensioni da fame, licenziamenti, aziende all'estero, invasione delle porcherie cinesi... Insomma la lista è lunga e non vedo nemmeno la soluzione , anche perchè se proviamo a pensare ad una dimissione di Berlusconi oltre non possiamo andare a pensare ad un governo di sinistra e non è che la sinistra oggi stia troppo bene. Continuerebbe comunque una lobby massonica e non, fatta di tangenti di banche che non danno ma chiedono, di aumenti di tasse, tagli, apertura di altre frontiere ecc. Il problema di oggi è semplicemente che dall'Italia esce troppo valore che non rientra, e solo una piccola parte "internazionale" ne guadagna a discapito nostro( pololino scemo e deficiente che si vende e nemmeno in maniera buona, per poter poi far cosa? PAGARE LE TASSE!)
Beh come si dice dalle nostre parti "u pesce puzza dalla capa" e se la capa va a puttane.......Mi trasferisco in Libia, almeno li un pò di petrolio buono c'è.
 Cari politici, mentre voi ve la tirate nei vostri discorsi da Vespa e Santoro, mentre ve ne andate a puttane e a trans, mentre vi arriva la notifica dalla banca dell'accredito ricevuto dallo stato, mentre pensate ai vostri affari disonesti, sappiate che c'è gente ONESTA che muore di fame! anche alle Tremiti!



Benvenuti a Lesina, l'unico comune nuclearizzato ecologicamente.

Ah approposito, colgo l'occasione in questo discorso per salutare la Ministra Brambilla, che sà bene che poi i turisti dall'estero non vengono perchè in Italia si va a caccia. Che figura ci facciamo poi se passa un cacciatore sotto una centrale nucleare o sotto un pozzo di petrolio? Poi il piombo inquina eh! ( e a questa la pagano pure, chi cazzo l'ha votata?)

martedì 5 aprile 2011

LE BELLE E VELENOSE PIANTE DEL BOSCOISOLA E NON

Nel nostro territorio esistono un bel pò di piante velenose, ma le più pericolose sono due, non  perchè le altre  siano meno velenose, ma semplicemente perchè potremmo venire a contatto molto più di frequente con queste che con altre.
Sto parlando del Colchico D'Autunno e della Calla Selvatica o Gigaro.
La Prima pianta appartiene al genere liliacee ed è composta da una parte aerea a foglie longilinee e un tubero sotterraneo che è molto simile al lampascione ma più allungato e ruvido di quest'ultimo. Viene chiamato Colchico D'Autunno semplicemente perchè fiorisce nel mese di ottobre con una varietà di colori e specie non ancora del tutto definite dagli studiosi.

COLCHICO D'AUTUNNO IN FIORE IN CONTRADA ZAPPINO
Il colchico è una pianta velenosissima e provoca forti diarree, vomito, cefalee, convulsioni ecc. Contiene due alcaloidi velenosissimi a cui non c'è antidoto, la cochicina e la colchiceina quindi si deve prestare attenzione specialmente durante la raccolta di alcuni tuberi selvatici come il classico lampascione di per sé molto simile.

L'altra Pianta, la calla selvatica, cresce prevalentemente vicino agli specchi d'acqua e d'estate inoltrata, si presenta solo come una pannocchia con delle bacche rosse abbastanza ordinate. E' molto frequente dalle nostre parti e viene chiamata anche il pane delle serpi (anche se con le serpi non ha niente a che vedere).
Il suo veleno a contatto con la pelle può provocare forti dermatiti e se mangiata provoca forti dolori già in bocca. Le sue bacche sono di un colore molto brillante quindi molto attrattive per i bambini, non facciamoli dunque avvicinare ne tantomeno toccare.
L'agente velenoso di questa pianta è l'acido ossalico, che può provocare inibizione all'accumulo delle scorie nei reni e altre irritazioni. E' raro che una pianta però possa uccidere un uomo anche perchè, come sopracitato, l'acido farebbe male già dalla bocca e un piccolo quantitativo può provocare problemi ma comunque non letali.

lunedì 4 aprile 2011

LA VIPERA E COMPAGNIA BELLA : QUESTI SCONOSCIUTI RETTILI

E' tanto di moda in questo periodo parlare di vipere e "compagnia bella", spinti dalle belle giornate e dal pensiero della raccolta delle erbe spontanee e asparagi, oltre al pensiero che tra qualche giorno andremo a trascorrere una bella scampagnata all'aria aperta e a Lesina come di prassi, al bosco.
Allora, non inventiamoci storie di morti atroci e di serpenti di 8 metri che ti prendono le misure ecc. andiamo subito al sodo: la vipera endemica del nostro boscoisola è la Vipera Aspis.
Il comportamento non è aggressivo, cioè non perde tempo ad inseguirti, anzi alle vibrazioni dei nostri passi scappa e attacca solo se non vede via di fuga o è messa alle strette.
La vipera di solito non morde per divertimento anche perchè altrimenti senza veleno non riuscirebbe a mangiare e questo è stato dimostrato dagli ultimi studi di erpetologia. Studi che assicurano addirittura la non inoculazione al primo morso del veleno.

Il Veleno della Vipera Aspis non è molto forte come altre vipere italiane, come ad esempio quella del Conero, ma comunque può essere molto pericoloso, anche se non riesce ad uccidere un uomo adulto e di sana corporatura.
 
 Riallacciandoci al discorso del morso, un paio di anni fa il governo ha deciso di bandire la vendita pubblica del siero antivipera, visto le statistiche che segnalavano intorno ai 500 morsi l'anno in Italia, tra cui solo 3 casi avevano realmente bisogno del siero. La stessa statistica rileva però più morti per shock anafilattico da siero che da morsi diretti. Oggi, infatti, il siero antivipera non è più in commercio e anche al pronto soccorso se morsi, vi faranno aspettare almeno due o tre ore per vedere se la vipera effettivamente ha inoculato veleno e se ci sono i classici sintomi da avvelenamento, come vomito, spasmi al petto, forti gonfiori sulla parte morsa, difficoltà a respirare, incoscienza e problemi cardiaci.
natrice
natrice
natrice
natrice
natrice

Altro discorso- NON TUTTI I SERPENTI SONO VELENOSI!
Nella nostra zona abbiamo molti tipi di serpenti, tra cui il più comune è il biacco. Il biacco insieme alla natrice e al cervone non sono velenosi e le loro prede le uccidono per costrizione. Non sono pericolosi ma vi assicuro che comunque il loro morso fa male e va subito disinfettato altrimenti i batteri contenuti fra i denti possono provocare infezioni.

Altra cazzata madornale lesinese: "u Wardiapass".
Questo ipotetico serpentello rosso dal morso micidiale che riesce a far morire un uomo in tre passi, mah!!! Nessuno ha mai visto qualche morto e lo sapete perchè? Perchè non è assolutamente velenoso. Io  vidi questo serpente più o meno tre anni fa in un tratturo difronte al mio orticello, beh non è un serpente velenoso anzi qualcuno lo alleva anche in cattività. Appartiene al genere Elaphe ed è il cugino italiano dell'Elaphe Guttata ( colubride americano, che vediamo nei negozi di animali). Chiamata scientificamente Elaphe Situla Leopardina  è molto più piccola della precedente e non ha denti veleniferi ed esattamente come gli altri colubridi, uccide per costrizione. La sua livrea è davvero spettacolare, ricorda lievemente la livrea della vipera, ma ha colori rosso vivace su base nocciola brillante.
Ecco la descrizione di wikipedia .

Raccomandazioni e consigli:
prima cosa da fare se non siete esperti o comunque non conoscete affatto i serpenti, è il riconoscimento. Non è difficile almeno riconoscere uno velenoso da uno non velenoso. Quelli velenosi di solito hanno dei bozzi al fianco della testa e gli occhi a lancia, mentre quelli non velenosi hanno gli occhi rotondi tipo quelli delle lucertole e non presentano bozzi al lato della testa.
Di solito chi ha paura dei serpenti non riesce a memorizzarne le livree e il panico gli fà sembrare di altri colori, quindi la cosa che riesce abbastanza è notare la dimensione della testa che nelle vipere di solito è molto più piccola del corpo, mentre nelle altre specie qui presenti, la testa è più proporzionata.
Se vi trovate difronte una vipera o altro serpente, non gridate o comunque cercate di non cadere in panico, basta aspettare e dargli via di fuga, vedrete che non succederà niente.

venerdì 1 aprile 2011

E' DI NUOVO ON LINE IL SITO DOVE FARE LA COMUNICAZIONE OBBLIGATORIA ATTIVITA' DI PESCA IN MARE

Il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, ha riaperto il nuovo sito dove fare la comunicazione obbligatoria dell'attività di pesca in mare.
Foto Michele Protano

Potete trovare la prima pagina di iscrizione a questo indirizzo : Mipaaf-Iscrizione
Mentre per le istruzioni di come si completa una comunicazione in modo corretto potete trovarle sulla pagina
Procedura

mercoledì 30 marzo 2011

TORNA IL PERIODO DELLE SEPPIE, VIA CON LO SPINNING DALLA SPIAGGIA

E' arrivato dunque il periodo di Aprile, e in questo mese c'è la lenta migrazione delle seppie lungo le coste garganiche. Il metodo di pesca per questi cefalopodi cambia rispetto a quella dei totani e calamari. Le esche sono sempre le stesse però la solita totanara di colore vivace che per questi ultimi deve essere recuperata costantemente, per la seppia  viene fatta saltellare sul fondo con recuperi lenti ma continui fino a quando non si sente resistenza.
Molti alle prime prese con questa pesca , litigano con i colori, vi rimando quindi ad un'altro post che spiega quali colorazioni usare e quando:

consigli e colori






Se sei interessato ad un week end di pesca alla seppia sul Gargano visita Lesina-Nature

COMUNICAZIONE OBBLIGATORIA ATTIVITA' DI PESCA IN MARE SITO IN TILT

Il sito dove il ministero delle politiche agricole e forsetali richiedeva l'iscrizione per il permesso di pesca in mare è andato in tilt.
Dopo moltissime richieste si è deciso di spostarlo e ora bisogna aspettare Venerdì 1 Aprile per riprendere le attività con un nuovo sito.

venerdì 25 marzo 2011

RITROVATA CARCASSA DI DELFINO RESTITUITA DAL MARE A LESINA

Oggi alle 13:30 e' stata ritrovata un'altra carcassa di delfino presso le spiaggie di Lesina poco prima della contrada Morella. Il delfino in questione è una stenella più o meno della lunghezza di 2.50m  in avanzato stato di decomposizione, rigettata dal mare nei mesi scorsi sicuramente durante le ultime forti mareggiate.


La stenella in questione sembrerebbe di sesso maschile date le dimensioni e l'assenza di feritoie mammarie, con dentatura sana e non rovinata.

In oltre non presenterebbe ferite a prima vista, ma questo non è dato preciso anche perchè la carcassa è coricata sul lato destro e presenta un grosso squarcio dovuto alla decomposizione sulla guancia sinistra e un'altro foro in prossimità delle feritoie sessuali.



Le autorità sono state allertate nello stesso momento dell'avvistamento, ma ancora tutt'ora non si è presentato nessuno al cospetto di questo animale, che ricordiamo può comunque, se deceduto per malattia, contagiare anche l'uomo come indicato dal veterinario dell’Istituto zooprofilattico specializzato nella patolagia degli organismi marini, durante il responso per il caso del delfino spiaggiati ad Agropoli l'anno scorso .

mercoledì 23 marzo 2011

COME SARA' LESINA IN FUTURO COL NUCLEARE

E' di questi giorni passati la notizia che potrebbe essere scelta con molta probabilità, una località vicinissima a Lesina per la costruzione di una centrale nucleare.
Centrale che sarà italianamente costruita da ditte specializzate nel risparmio di materiale e abbattimento di costi, specialmente quando si vincono gli appalti in zone fortemente a rischio terremoti e inondazioni.....
E come dissi un bel pò di tempo fa in questa sede , Lesina diventerà il primo centro ecologico, denuclearizzato , inquinato, nuclearizzato, radioattivo ma attento con pale eoliche a destra a sinistra dietro e persino in mare.....all'energia pulita. Ah non vi preoccupate per il lago, ho già proposto al governo di asfaltarlo per realizzare il più grande parco fotovoltaico del mondo col parcheggio per tutto il personale addetto ai lavori della centrale nucleare dei parchi eolici del parco fotovoltaico delle centrali di smistaggio , ah e forse pure dei pozzi di petrolio......

giovedì 17 marzo 2011

FENOMENO ASTROLOGICO: L'ENORME LUNA DI SABATO 19 MARZO

Avete presente quei periodi primaverili e autunnali quando la luna in certe sere sembra essere più grande? Quello succede perchè c'è un effetto chiamato illusione lunare. L'illusione lunare si ha semplicemente guardando la luna dietro ad un oggetto in primo piano e nel caso di Lesina l'oggetto in primo piano è il Gargano durante l'alba lunare.  Oltre quell'effetto Sabato 19 Marzo, dopo 19 anni avverrà il Perigeo lunare, cioè la luna sarà alla più breve distanza dalla terra.( quindi se volete risparmiare benzina per raggiungerla  aspettate Sabato)
In parole povere la luna non nascerà alla nostra vista con le solite dimensioni, ma nascerà più grande del 14/15%.
FOTO FRANCESCO MASELLI

 

Logicamente nuvoloni permettendo la potremo vedere splendida come non mai dal nostro lungolago a partire dalle ore 18:13 quasi in concomitanza del tramonto che avverrà 4 minuti prima.
Uno spettacolo da non perdere, il tramonto da una parte e l'alba lunare dall'altra. Dispiace solo che non avremo piena notte quindi perderemo l'effetto dell'illusione lunare, ma comunque lo spettacolo è garantito.
Controllando le tabelle delle maree non si avranno picchi altissimi, ma comunque nella norma del plenilunio, con un picco di alta marea alle 15:05 con 1.31 piedi e un picco di bassa marea in serata alle 21:06 con -0.3 piedi per poi risalire nella notte del 20 con + 1.80 piedi (dati tide32).

lunedì 28 febbraio 2011

IL RE DI LESINA, SUA MAESTA' L'ASPARAGO!

Beh se l'Anguilla è la regina dei piatti tipici di Lesina allora L'Asparago selvatico, l'Asparagus acutifolius è di sicuro il Re delle tavole lesinesi e l'incontrastabile imperatore della Ruralità del Gargano.

Ed è proprio in questo periodo che l'Imperatore torna a farsi vedere e a dettarci i ritmi piacevoli che assumiamo in questi prossimi mesi, assuefatti dagli odori della macchia mediterranea e che invito vivamente a seguire agli amici di Lesinabloggata. Andare a raccogliere questo meraviglioso turione dalle proprietà officinali e organolettiche meravigliose,  oltre a dare soddisfazioni in cucina , da anche un senso di pace e di contatto vero e proprio con la Natura che in nessun altro periodo si trova.
E' davvero la pace dei sensi, specialmente nel mese di Aprile quando tutte le piante sono in fiore e i profumi riscaldati dal sole inebriano l'aria di vero Mediterraneo....poi se ci aggiungiamo degli amici e una buona grigliata...altro che pasquetta negli outlet o centri divertimento.

Comunque torniamo a noi... E' vero sono di parte! L'Asparago Lesinese è il migliore del mondo, e sfido qualsiasi parte del globo e qualsiasi persona a trovarne uno che minimamente si avvicina al nostro, e non sto parlando degli asparagi di contrata Limitoni o quelli dello Stinco o Ripalta, sto parlando proprio di quelli del boscoisola, QUIDD DU ZAPPIN O D DRAVAGGHION! Uno uguale a quello in foto, che si è prestato ieri mattina fieramente in posa a petto in fuori come a dire " eccomi sono tornato " non lo troverete che nel nostro Boscoisola.
E a questo punto voglio darvi alcuni consigli.
Esistono due tipi di asparagi nel nostro territorio, l'Asparagus Acutifolius e L'Asparagus Officinalis che però è raro vedere nel boscoisola ma più frequente nel bosco della Longara o nei campi di coltivazione. Il primo è migliore dell'altro perchè considerato "selvatico" e ha una quantità di asparagina molto più elevata della seconda con un gusto molto più accentuato. Di solito la gente non sà dove cercarli e va un po alla vagante, beh il trucco sta nel conoscere la pianta e dopo i primi riconoscimenti si và molto più veloce nella cerca. La pianta dell'asparago è simile ad un rosmarino ma con foglioline molto più sottili e pungenti (attenzione che graffiano e poi prudono)  Se provate ad ingrandire le foto clikkandoci sopra, si vede sia il turione che la pianta, che pressappoco nasce a pochi centimetri dall'asparago ( la pianta con le foglie a spina a destra dell'asparago nelle foto)
La Pianta vera e propria è il frutto della legnificazione del Turione  (dell'asparago stesso) che a sua volta nasce dal rizoma sottostante (una specie di radice a  forma di patata allungata) Il rizoma può ospitare nello stesso momento più asparagi e più rami.
Di regola questa pianta sempreverde non supera mai il metro di altezza, ma comunque se cresce vicino o sovrastata da qualche altra pianta, tende ad uscirne fuori fino a raggiungere la luce diretta. Più c'è luce e più l'asparago diventa spesso, ma comunque soggetto ai vari giochi di sopravvivenza vegetale.
E' una delle piante pioniere del nostro bosco, cioè è una delle prime che nasce dopo incendi o zone dove la natura riprende il suo corso, quindi non è difficile trovarli nelle radure o dove c'è scarsa vegetazione, quindi se siete alle prime armi vi consiglio di frequentare dapprima quei luoghi, in modo da scongiurare (non del tutto) il pericolo vipera, che di questi periodi esce anche con il sole forte per riscaldarsi e uscire del tutto dal letargo invernale.
Un discoro off topic lo dedicherei proprio alla vipera: Se ve la trovate davanti non la uccidete, sono comunque animali che servono alla Natura e ne fanno parte integrante. Per difendersi dalla vipera basta restare calmi e non emanare forti vibrazioni. Facciamo in modo che lei abbia una via di fuga e tutto andrà liscio

continua....