lunedì 11 dicembre 2017

10 Dicembre 2009. A Capojale spiaggiano e muoino 9 capodogli

Erano giornate di maltempo e freddo. E come nelle solite giornate invernali, su quella spiaggia non c'è nessuno. Solo pochi pescatori e i pochi abitanti del luogo che di consueto vanno a far qualche lavoretto nella propria casa sul mare.
Qualcuno si accorge di qualcosa di molto grosso muoversi sulla spiaggia. Vengono diramati immediatamente gli allarmi. Sette capodogli sono spiaggiati e altri due sono un po più a largo ma sembrerebbe tragica anche la loro sorte. Quella spiaggia di colpo si popola di centinaia di persone, che però non riescono a trovare una soluzione valida per risolvere la situazione! I capodogli sono maestosi, enormi, ma purtroppo giganti spacciati e morenti. Schiacciati dal loro stesso peso, tra i loro sofferenti e lenti movimenti. Uno spettacolo orribile.







Ancora oggi non sono chiare le motivazioni di quello spiaggiamento. Gli studi effettuati sulle carcasse non indicano nessuna malattia, intossicazione o causa naturale. Nei loro stomaci vengono ritrovati grossi quantitativi di plastiche, ma sembra non essere nemmeno quella la motivazione. Nonostante quel quantitativo, i canali digestivi non sono ostruiti. Ma comunque la causa è da rintracciare nelle attività umane. Forse i cannoni ad aria dei ricercatori di petrolio. Si dice "forse", perché quella evenienza non avveniva sulle coste Adriatiche dal 1938....

giovedì 30 novembre 2017

Il Galeone di Punta Pietre Nere, 1810. Una battaglia da Master and Commander

26 Maggio 1810:

Un convoglio commerciale francese composto da 20 navi, mentre costeggia l'Adriatico navigando verso Sud, viene intercettato e seguito da una flotta di fregate inglesi.
 I francesi essendo più pesanti, perdono lunghezze e decidono di rifugiarsi nel porto di Acquarotta nei pressi di Lesina (porto all'epoca presidiato militarmente dai soldati di Torre Fortore).
L'indomani gli inglesi decidono di attaccare ma vengono respinti dalle navi francesi che, durante la notte, hanno imbarcato soldati e armamenti.
 Vengono disposti soldati anche a terra che con il loro fuoco costringono gli inglesi ad allontanarsi dalla costa.
 Un briggs viene colpito e non avendo più governo è costretto alla resa, colando a picco nelle acque di Punta Pietre Nere.

(Dal Journal de Lyon, 1810 e 1812)


Di quella nave distrutta non si ebbe più notizia, fino a quando negli anni '50  fu riscoperta come il famoso "Galeone di Punta Pietre Nere".
Molti lesinesi se lo ricordano, infatti, era visibile fino alla metà degli anni '80.
 Era ormai insabbiato e corroso, ma in quelle acque a pochi metri di profondità, si notavano ancora le sue ordinate in legno per una lunghezza di oltre 20 metri.

Durante il suo ritrovamento, alcune colubrine (cannoni) furono portate a Lesina. Una finì davanti all'ingresso del Comune e le altre andarono al Museo di Capodimonte a Napoli. 
Negli anni successivi e con lo smuoversi del fondale, la nave rimase in preda ai primi capitati che smantellarono del tutto i resti del relitto.
 Chiacchiere di piazza raccontano di ritrovamenti di sciabole, palle di cannone e addirittura una targa in ottone o bronzo con su scritto il nome della nave. Il tutto però, non è stato restituito alla storia del nostro piccolo paese.

Anche il cannone del Comune è sparito, buttato chissà in quale magazzino comunale (speriamo).
Fatto sta che cercheremo di capire dov'è.
 Sarebbe bello infatti rivederlo dopo tanto tempo e magari esporlo nelle vicinanze della Rosa dei Venti  sul Lungolago, giusto per fantasticare un po sul conto della battaglia consumatasi dinanzi le nostre coste tra tutte quelle meravigliose navi.






domenica 12 novembre 2017

Civita a Mare, la vera parte di Lesina scomparsa (parte 2)

Siamo immersi nella piena Epoca Romana e precisamente tra il I e il III secolo d.C.
 Alexina, immersa in un lacus pantanus dalla morfologia diversa da quella che vediamo oggi, non è ancora nata a tutti gli effetti, anche se annovera i lavorieri di San Clemente e due importanti Villae: una a Sud tra Piazza Italia, le Scuole Medie e il "Tratturo dei Greci" e l'altra su contrada Porcareccia nel Boscoisola.( esisterebbero anche altri insediamenti, ma minori)

Il Gravina, durante il 17° Convegno Archeologico Nazionale tenutosi a San Severo nel 1996, attesta che nella zona ormai urbanizzata a Sud di Lesina, sono state trovate alcune tombe romane, mentre, tra il cimitero e Cammarata, si notano sul terreno altri cocci di quell'epoca.
Sulle dune del boscoisola invece, lasciano segni importanti la grande "Fattoria" di Porcareccia e quella di Cauto.
 Tra i rinvenimenti più importanti di Porcareccia, si attesta un pavimento in mosaico e dei muri appartenenti a delle costruzioni visibili anche da foto aeree che però non postiamo per privacy del proprietario del terreno. Analoga cosa in contrada Cauto a pochi km da Torre Scampamorte dove però, lavori eseguiti in passato, hanno totalmente distrutto il sito.

Secondo il Gravina, il Russi e l'Alvise, molto più popolosa e ricca è invece la già nata Civitas Mari con il suo antico porto. E' servita da più di una strada, tra cui quella che porta direttamente a Teanum Apulum, il centro cittadino più importante della zona. La Civitas ha un carattere prevalentemente agricolo, ma la Villae di Masseria Paradiso, descritta nella prima parte, ne testimonia una vita non priva di ricchezze.
Attorno al porto e lungo il Fortore nascono parecchie fabbriche legate al commercio e alla marineria. Addirittura in contrada Rivolta ( zona per intenderci in fondo alla strada difronte l'Albatros), dov'è un'ipotetico collegamento con Fiume Morto ( altro braccio dell'antico Fortore), sono state trovate negli anni 50 altre tombe e monete di bronzo ed argento appartenenti al conio della Tiati dauna( ex Teanum Apulum). III Sec. a.c.


Altre costruzioni di carattere "industriale" nascono sulla riva opposta del Fortore, in linea d'aria a 4/5 km dalla Villae di Masseria Paradiso.
Qui in passato sono state trovate anfore, terracotte di varie epoche e resti di varie costruzioni.
Costruzioni particolarmente estese che furono distrutte da una cava li presente negli anni 70'. Stessi anni in cui altre pertinenze della necropoli di Paradiso furono distrutte dalla costruzione della Statale 16, Autostrada A14 e un'azienda agricola del luogo.
 Durante la costruzione di queste strutture moderne furono ritrovate paste vitree, ceramiche, delle colonne in marmo e altri cippi funerari che però finirono sul mercato nero. Tutte a testimonianza della ricchezza del luogo.
Molto probabile che anche il Cippo funerario della Matrona Pomponia Drusilla provenga da quella Necropoli e che i Lesinesi se ne siano impossessati successivamente ad una decadenza della città di Civita a Mare.
Di questo però non si hanno fonti certe. L'unica fonte certa è che quel cippo fu usato dai Lesinesi nel 1700 come piedistallo ad una statua di San Michele.  clikka qui per saperne di più.

Seguici la storia non è finita....se ti sei perso la prima parte clikka qui


 

mercoledì 8 novembre 2017

Civita a Mare, la vera parte di Lesina scomparsa ( parte 1)

Tutte le leggende hanno fondamento nella Storia! Ed è il caso della leggenda di Lesina scomparsa nelle acque del lago che ci raccontavano gli anziani, magari facendo riferimento all'Isolotto di San Clemente e le sue pertinenze.
 In realtà nella nostra zona esiste una città scomparsa ed è questa che sicuramente ha dato origine alla leggenda della Lesina inghiottita dalle acque.

Civita a Mare, Cioè vicino al mare, borgo delle Due Sicilie, Prov. di Capitanata, in riva al mare Adriatico, due miglia ad occidente della foce del Fortore, e dieci a Levante da Termoli. Vi si contano nulla più di duemila abitanti, dediti in gran parte alla pesca, alla coltura delle viti, degli ulivi e dei gelsi. La vicina spiaggia è nella maggior parte coperta da boschi. Tale costituzione di vegetazione trovasi egualmente tra la foce del Biferno e quella del Fortore, fra di loro distanti 10 miglia nel di cui spazio sorge questo borgo.

Così recita a riguardo di questa città, Giovanni B. Rampoldi nelle sue descrizioni topografiche del 1834 in "Corografia dell'Italia".
Questa città scomparsa nella metà del 1800 in realtà, era uno scalo e porto marittimo sul mare Adriatico a poca distanza dalla foce del Fortore.

Nasce tra il IV e il III secolo a.c. da mano Dauna per servire le città affacciate sul Fortore. In primis la Città di Tiati, fino ad arrivare alla più popolosa ed affermata Luceria.

In epoca Romana, Civitas Mari, continua il suo compito portuale servendo anche le grandi Villae  presenti in loco, tra cui la Villae situata presso Masseria Paradiso, scoperta durante i lavori di costruzione della Statale 16 nel 1963 e purtroppo distrutta dai lavori stessi.
 In quei punti infatti, furono trovati cinque muri in opus incentrum, un pavimento in cocciopesto su un allettamento di malta e ciottoli, dei mattoni, tegole, fistule in piombo, resti di ceramiche e basamenti di colonne in marmo.

Nelle pertinenze ipotizzate appartenenti alla Villae di Masseria Paradiso, esiste ancora un terreno dov'è possibile trovare resti di una necropoli con cocci di vasellame sparsi per oltre cinque ettari. Estensione attribuibile solo ad una Villae molto importante. Ed è a quel luogo che Lesinabloggata geocontestualizza la provenienza del Cippo della "Pomponia Drusilla" in nostro possesso e ubicato sulla piazza antistante il Comune( ma di questo ne parleremo in altri post).




A quanto pare e dalle testimonianze presenti, Civita a Mare doveva essere una zona molto popolosa e prestigiosa. Zona che, in epoca preromana e romana, si estendeva da Ripalta fino alla foce del Fortore, allargandosi fino ai piedi di quello che rimane del Monastero di Sant'Agata. Non a caso alcuni indizi dell'importanza della zona e delle strutture esistite, segnano ancora oggi il terreno, ed in alcuni casi gli indizi si delineano soprattutto nella fotografia aerea.

 Civita a Mare la ritroviamo anche segnalata in una delle mappe più belle della nostra Capitanata. La mappa, nello scorcio qui sotto, del navigatore e topografo olandese  Willem Blaeu. (mappa del 1630, ovvero tre anni dopo il devastante e terrificante terremoto che mise in ginocchio l'intera Capitanata) Oltre a mostrare l'esatta collocazione della città, indica perfino la diversa configurazione del territorio dall'attuale, indicando Punta Pietre Nere come un'isola e la foce del Fortore sdoppiata.
Continua nei prossimi post. Seguici e non dimenticare di darci il tuo like sulla pagina Facebook.

venerdì 20 ottobre 2017

Chef Rubio alle prese con l'anguilla Lesinese

Come annunciato, Chef Rubio arriva sulle sponde del Lago di Lesina per girare una delle puntate del suo programma "E' Uno Sporco Lavoro" giunto alla sua seconda edizione ed in onda prossimamente sul canale DMax.
Il noto ed anticonformista Chef, sarà alle prese con la tradizionale "Paranza" lesinese insieme ad un'ottima e capace rappresentanza di pescatori made in Lesina 100%.
Dopo aver, come volgarmente diciamo, "acconciato" la Paranza ed aver "Scalato" i bortovelli nella splendida contrada Zannella, lo Chef si è dilettato nella pulizia dei capitoni da fare arrosto e delle anguille da fare allo spiedo.

Rubio e il suo staff logicamente non credevano alla stanchezza che porta una giornata da "pescatori", ma si son subito voluti ricredere, specie dopo l'umidità presa in questa uggiosa giornata.
Gente splendida comunque, ed anche Rubio! Un personaggio molto simpatico ed affabile.

Aspetteremo quindi la nuova serie per vedere cosa ha combinato Rubio e se si è divertito e stancato a fare una giornata da pescatore.


giovedì 19 ottobre 2017

Chef Rubio Arriva a Lesina per girare le nuove puntate

Si è ufficiale, dopo la visita di una rappresentanza del canale Dmax,  domani 19 Ottobre, inizieranno le riprese in quel di Lesina, delle nuove puntate che vedranno protagonista il grande Chef Rubio.

Per ora non sono ufficiali i programmi  per la giornata, ma ne vedremo sicuramente delle belle, magari con Rubio alle prese con l'anguilla o col pesce di laguna.....

martedì 17 ottobre 2017

Eden V, Il comune di Lesina si aggiudica 560.000,00 € per la rimozione del relitto

Finalmente dopo tantissime beghe politiche e burocratiche, la Regione Puglia ha stanziato la somma di 560.000,00 euro da destinare al Comune di Lesina dopo incontri specifici e predisposizione di progetto da parte del Comune per la rimozione della moto nave Eden V, ormai declassificata a "rifiuto".

 Ne prendiamo atto dal Bollettino Ufficiale della Regione Puglia - n. 89 del 25-7-2017 alle pagine 596 in poi ( Doc. Pdf) riportanti la Delibera del 13 Luglio 2017.

Sembra una manna dal cielo visto che ormai la situazione Eden V è tragicamente pericolosa per l'ambiente. Ci auguriamo vada tutto per il verso giusto questa volta e cercheremo di aggiornarvi sulle prossime vicende e sul progetto di rimozione. 


mercoledì 11 gennaio 2017

EDEN V COSI' SI SCRIVEVA SUI GIORNALI: CE LA FAREMO DA SOLI' UN MERCANTILE NON ACCETTA I SOCCORSI

Era il 18 Dicembre 1988 e il giornale La Repubblica così scriveva su quel misterioso naufragio della famosa nave EDEN V sulle spiaggie di Lesina:

CE LA FAREMO DA SOLI' UN MERCANTILE NON ACCETTA I SOCCORSI

FOGGIA Il comandante della nave Eden V arenatasi due giorni fa a circa ottanta metri dalla costa di Lesina continua a rifiutare i soccorsi offertigli dagli uomini della capitaneria di porto di Manfredonia e della guardia di finanza del gruppo di Foggia. La nave, che proviene da Corfù, è di proprietà di una società armatrice di Cipro e batte bandiera maltese. A bordo del mercantile che non risulta iscritto nel registro dei Lloyd ci sarebbero 17 persone compreso il comandante. L' Eden V, secondo quanto ha dichiarato il comandante, è diretta in Jugoslavia per caricare ferro. Per cause in corso d' accertamento, la nave si è trovata fuori rotta e si è arenata. E' strano che abbia cercato riparo proprio al largo dei laghi di Lesina, ha commentato un ufficiale della capitaneria di porto di Manfredonia, perché non era la zona ideale per mettersi al sicuro. Nonostante la situazione meteorologica fosse in mattinata leggermente migliorata, non è stato possibile per le motovedette della capitaneria di porto e della guardia di finanza avvicinarsi al mercantile, che ha una stazza di circa tremila tonnellate e che sembra non trasporti alcun carico. Nel pomeriggio di ieri le forti ondate hanno spinto la nave a circa 15 metri dalla battigia e tre militari, due guardie di finanza ed uno della capitaneria di porto, sono saliti a bordo. L' ispezione - definita dagli investigatori sommaria ma accurata - ha consentito di stabilire che le stive del mercantile sono vuote. Non è stato però possibile per le autorità italiane prendere visione dei documenti di bordo. Il comandante della nave ha dichiarato che domani, se il mare lo consentirà, cercherà di disincagliarsi con le proprie forze. Il rifiuto di accettare i soccorsi pare sia motivato dal fatto che il comandante non voglia spendere i soldi necessari. Le autorità italiane sostengono che il continuo scarrocciamento del mercantile, che si è posto parallelamente alla costa, creerà grosse difficoltà alla manovra perchè la nave pesca già per diversi metri nella sabbia e sarà improbabile che il mercantile possa disincagliarsi da solo.

Quell'equipaggio rimase a bordo per più di due settimane per poi abbandonare la nave, ma scapparono? la verità è NO! Furono letteralmente accompagnati. Lo apprendiamo dagli archivi AGI che così riportano in un'articolo del Gennaio 1989:

vicenda ''eden v'': equipaggio abbandona nave

 i diciassette componenti dell'equipaggio (libanesi, turchi, pakistani, iraniani ed egiziani) hanno abbandonato l'''eden v'', il mercantile che in questi anni ha assunto continuamente nomi diversi, senza bandiera né armatore (non si è riusciti ad identificarlo), arenatosi il 16 dicembre scorso ad un centinaio di metri dalla spiaggia di lesina (foggia). stamani, dopo aver sofferto in queste settimane il freddo e la fame, sono partiti diretti a roma - a bordo di un pulmino messo a disposizione dalla questura di foggia - da dove raggiungeranno i paesi d'origine. con loro è il comandante, il libanese accusato dal sostituto procuratore della repubblica presso il tribunale di lucera, dott. villante di falso in atto pubblico (essendo falsi i documenti di bordo del mercantile) e dalla capitaneria di porto di manfredonia di una serie di violazioni al codice della navigazione . l'uomo ha dichiarato che la ''eden v'', in navigazione da beirut al porto jugoslavo di ploce dove doveva caricare del ferro, stava costeggiando il gargano per sfuggire al mare forza sette.

lunedì 9 gennaio 2017

Danni da gelo in agricoltura, il Ghiaccio distrugge di nuovo le coltivazioni e si teme per Mercoledì




Dopo i danni avuti in quest'ultima primavera dalla ormai celebre e maledettissima grandinata, gli agricoltori subiscono una ulteriore tragedia. Le basse temperature di questi giorni infatti, hanno recato enormi danni al settore ortofrutticolo dei comuni di Lesina, Poggio Imperiale, San Nicandro e Apricena.



Le bassissime temperature registrate e il vento gelido hanno letteralmente bruciato ettari ed ettari di finocchi, broccoli e insalate vanificando centinaia di migliaia di euro d'investimenti e di lavoro. Intanto gli agricoltori che hanno subito meno danni, temono per la prossima ondata di freddo che potrebbe distruggere del tutto le coltivazioni.



mercoledì 4 gennaio 2017

Una felce fossile sul lungolago di Lesina

E' passeggiando con occhi attenti, che oggi abbiamo scoperto una foglia di felce fossile ben definita, in una pietra di rivestimento della murata nuova del lungolago. Si tratta di un pezzo della sempre interessante pietra d'Apricena. Si trova più o meno ad una cinquantina di metri dallo stadio ed è perfettamente visibile.
Dovrebbe trattarsi di una felce risalente a più di 1,5 milioni di anni fa, quando il Gargano era un vero e proprio paradiso tropicale, con tanto di animali straordinari come tigri dai denti a sciabola ed altri tipi di dinosauri.
Una scoperta sicuramente simpatica ed interesante.

Sciocca Sciocca - Michele Saccone e Antonio Mazzarella durante la nevicata del 1985




Era la sera prima dell'Epifania del 1985, quando i due amici e cantautori Michele Saccone e Antonio Mazzarella durante la classica "Cumm'nell", si accorsero che stava cominciando a nevicare anche a Poggio Imperiale. Si scoprì ben presto che quella sarebbe stata una delle nevicate più abbondanti degli ultimi 40 anni. Il giorno seguente, emozionati dalla bellezza della nevicata, scrissero questa bellissima canzone


Dal Canale di Poggioweb

martedì 3 gennaio 2017

Allerta Neve in tutto il centro Italia

Ormai è confermato l'arrivo di una perturbazione di provenienza artica che nelle ore serali di giorno 5 Gennaio e nella giornata del 6 Gennaio, porterà forti venti gelidi e nevicate abbondanti, soprattutto sui versanti Adriatici.

Lesina in primis, subirà un calo delle temperature di oltre 10 gradi, con venti fortissimi da Nord e accumuli nevosi soprattutto nelle ore notturne.

 Non è dato prevedere in che intensità e quali quantitativi d'accumulo ci saranno nella nostra zona, ma possiamo facilmente intuire che ci aspettano 2 giorni di vera bufera con venti che addirittura potranno raggiungere i 60 km\h ed una temperatura percepita intorno ai -5°c.

Raccomandiamo quindi di non spostarsi in macchina a partire dal 5 pomeriggio e di alzare le temperature del riscaldamento domestico in modo da avere un'autonomia di calore più duratura in caso di mancanza d'energia elettrica.


domenica 1 gennaio 2017

Freddo in arrivo per l'Epifania. Possibili nevicate anche a Lesina

Il 2017 potrebbe partire con neve e gelo nella calza della Befana anche per Lesina.
 Infatti i maggiori modelli meteo indicano un'incursione fredda, proveniente dalla Scandinavia, che a partire da giorno 5 Gennaio potrebbe investire in pieno il Sud Italia, portando nevicate lungo la costa Adriatica.

Il maltempo comincerà giorno 3 Gennaio, portando pioggia e vento da Nord, poi il freddo si intensificherà nella notte tra il 5 e il 6, portando copiose nevicate su tutto il Centro e Sud Italia.

Nevicherà anche a Lesina?

Beh e' davvero un pò presto per dirlo, anche perchè si tratta sempre di previsioni oltre i 3 giorni, quindi i modelli potrebbero ritrattare spostando la perturbazione.
 Quello che ci interessa di più a situazione invariata, è però l'indice SI-ASES, che in parole povere sarebbe l'influenza della temperatura dell'Adriatico nei primi 50 metri sul livello del mare. Questa influenza è più decisa quando c'è vento forte proveniente dal mare, mentre è più debole e favorisce nevicate quando il vento è assente o proveniente da Sud.
 Le previsioni per giorno 5 e 6 intanto, indicano venti forti e un'indice SI-ASES abbastanza elevato per ora. Potremmo quindi, davvero vedere di nuovo Lesina imbiancata?