giovedì 29 aprile 2010

LA NUOVA PAVIMENTAZIONE DI PIAZZA ATTILIO LOMBARDI IN CORSO D'OPERA

I tecnici e voci inufficiali dicono che i due corsi saranno pronti per la festa, mentre resterà chiuso il tratto antecedente Corso Italia.
Il materiale utilizzato è porfido naturale proveniente dal Trentino

mercoledì 7 aprile 2010

L'ANIMA NERA E PROIBITA DI LESINA

Indimenticabili ricordi scivolano nella mente. Ricordi di un bambino affascinato da gesti sacri e sapientemente ripetitivi , fatti da mani esperte che con ardua passione richiudevano squarci in tramagli per la pesca di un lago che ormai va perdendosi.
Ricordi dolci, vanigliati, fatti di una naturalezza rilassata e spensierata, fatta del dolce e intenso odore del lago, fatta di esperienze e di domande di un bambino che cercava quegli attimi continuamente, coscente di quella tradizione di cui per forza doveva essere testimone :
-"Nonn aow stà?" - ( nonno dov'è?)
-"Sta jarmann i n'dramacchiat. Vallu truv, và"-(sta armando i tramagli, vai a cercarlo, vai)
Quel bambino correndo si prestava a  sedersi sempre sulla stessa vecchia sedia che immancabilmente aveva un chiodo conficcato per metà in una delle aste dello schienale,per tener dritta la rete. Ma la cosa che affascinava di più per un bambino, era logicamente il proibito. Il proibito era un fedele compagno di vita di ogni pescatore, un anima colorata di nero che seguiva sempre ogni pescatore restando a volte anche inutilizzato ma sempre presente nella tasca destra, insieme a quella chiave di lucchetto che come portachiavi aveva un galleggiante di sughero rosso per reti.
L'anima nera e proibita era una lama mai troppo vecchia, un serramanico molto affilato con un'impugnatura ricurva verso il basso e rigorosamente di color nero. "u curtell" per eccellenza!
Foto Coltelleria Piscitelli 

Viaggiando e conoscendo altre comuità di pescatori, mi accorsi da subito che quel tipo di coltello si usa solo a Lesina per le attività di pesca, ma non mi davo pace per il perchè si usasse per quella attività un coltello che non è prettamente "di mare"...
Ogni parte d'Italia ha una tradizione in fatto di coltelleria. Si pensa subito al Pattada, alle arti di Scarperia e  Tre Pianelle, addirittura al classico coltello Pugliese che con questo non ha niente a che vedere...
Ma allora da dove veniva, visto che in zona non abbiamo una vera tradizione artigiana in fatto di coltelleria?
Ho fatto un semplice ragionamento:
Lesina è stata da sempre la vera porta del Gargano, tutti indistintamente dovevano passare da Lesina per raggiungere da Nord i vari paesi del promontorio. Quindi se di viaggio e di tradizione si parla, bisogna pensare obbligatoriamente alla transumanza ed esattamente al periodo in cui l'esattoria della Regia Dogana di Torre Fortore fu spostata da Serracapriola a Lesina intorno al 1500 d.c.
Il tratturo in questione è il Tratturo Regio che andava da l'Aquila a Foggia, che con le sue diramazioni arriva fino a Serracapriola, Ripalta e quindi obbligatoriamente all'esattoria Lesinese. Altri Tratturi sono quelli che portavano dalle provincie di Isernia sul Gargano, e anche questi passavano da Lesina. Continuando il discorso, bisognerebbe quindi trovare un luogo lungo i tratturi, che abbia tradizione di coltellerie e artigianati affini, e guardacaso i comuni più vicini e proprio sui tratturi sono Frosolone in provincia di Isernia e Guardiagrele in provincia di Chieti . E Tutti e due i comuni sono famosi per la coltelleria.
Guardando tra i vari modelli delle botteghe del luogo, riesco a trovare  proprio quello dei pescatori di Lesina:
 "Il Gobbo di Frosolone"( in foto) e "Il Gobbo Abruzzese" che è simile a quello di Frosolone ma ha il dorso della lama dritto.
I lesinesi logicamente capirono subito la validità di queste lame, capirono così tanto che ancora oggi la forma del coltello è quella del gobbo Abruzzese.
Ma di quella tradizione artigiana è rimasta solo la forma dei coltelli di plastica che abbiamo in tasca oggi. Quindi bisogna fare assolutamente un giro a Frosolone o a Guardiagrele.... Per non perdere nemmeno una goccia della nostra tradizione della spaccatura dell'anguilla!

Si Proprio l'anguilla spaccata è la chiave di tutto. Infatti per spaccarla ad arte c'è bisogno di un coltello ben affilato, che non rovini la carne dell'anguilla al taglio, ma allo stesso tempo deve essere robusto per fare lavori più duri come tagliare cime o semplicemente riuscire a non perdere l'affilatura quando si raccolgono le erbe di campo. E l'unico a poter fare questo lavoro è l'originale "Gobbo" sia per la sua forma adatta anche a sfilettare, sia per la sua resistenza, che permette di fare anche altri lavori senza perdere l'affilatura.
 
Ora il "Gobbo" l'abbiamo ritrovato, e prossimamente giuro sarà nelle mie tasche MA QUELLO ORIGINALE PERO'!