sabato 30 aprile 2011

SIGNORE E SIGNORI VI PRESENTO IL DIGISCOPING

Ogni tanto in giro per il mondo c'è sempre qualche imbecille che mette l'obiettivo della macchina fotografica nel suo cannocchiale o binocolo.... Beh come la maggior parte delle cose geniali, le cose si inventano sempre dalle cretinate.
E' il caso del digiscoping, una nuova disciplina fotografica che unisce un semplice cannocchiale o binocolo ad una macchina fotografica digitale per fare foto e riprese naturalistiche da diverse centinaia di metri.
La cosa sembra nuova ma invece è già da parecchio tempo che viene stimata da fotografi professionisti, documentaristi e semplici appassionati. "Disciplina" così stimata da spingere i costruttori di macchine fotografiche e strumenti ottici a produrre strumentazione adatta.
Il costruttore attualmente più importante di attrezzatura per il digiscoping è nientemeno che la "Swarovski". (capitolo a parte la Swarovski, infatti a Lesina è conosciuta solo per la sua produzione secondaria di "odiosi pupazzilli", ma nessuno sa che la swarovski realmente si occupa di diamanti artificiali e ottiche per la caccia, per l'astronomia e la fotografia)
La Swarovski Optic infatti ha una gamma prodotti davvero eccellente per il digiscoping, ache se come al solito quando una cosa è agli albori non c'è molta concorrenza quindi i prezzi sono elevati.

 Di cosa si ha bisogno per cominciare il digiscoping? Beh innanzitutto l'attrezzatura: una buona macchina digitale, un ottimo cannocchiale( meglio se adatto al digiscoping) un'adattatore per l'obiettivo, un supporto per la macchina, un trepiede abbastanza stabile e i consigli di base per arrivare a fotografare animali a grande distanza senza avere una foto scarsamente illuminata e mossa.

Esistono in commercio anche delle guide e dei libri, è il caso dell'amico Riccardo Camusso, uno dei più grandi conoscitori del digiscoping in Italia, che ha scritto un libro guida che può di sicuro essere utile:


Il libro in questione potete chiederlo direttamente a lui, lo trovate su Facebook con le sue meravigliose foto.
Io ancora non provo( forse per mancanza di stumentazione e di tempo) ma qualche foto/porcheria attraverso il mio binocolo sono riuscito a farla la sera della superluna del 19 marzo:


Logicamente il mio binocolo è un normale 10x50, ma guradate cosa può succedere con una strumentazione professionale e con una semplice Coolpix .....

venerdì 29 aprile 2011

PAURA DELLE VIPERE E ALTRI RETTILI IN GIARDINO? ECCO LA SOLUZIONE PER ALLONTANARLI

Molta gente in Italia nei periodi primaverili ed estivi, si ritrova con vipere e altri rettili all'interno dei propri giardini, e specialmente chi ha un'abitazione in campagna sa che i muretti a secco, capanni, pozzi in muratura e attrezzi vari possono essere scelti come dimora da tantissimi rettili.
Come fare però a cacciare questi animali senza ucciderli?
O vi accattivate le grazie di un ramarro maschio o di un riccio ( per l'ultimo è più facile: mangia volentieri le crocchette dei cani e gatti), oppure acquistate un "disabituante per rettili".

Ormai si trova in tutti i negozi che trattano giardinaggio e costa intorno alle 16/20 euro per litro ed ogni litro basta per trattare un giardino di 50 mq.
Il prodotto è in granuli e basta spargerlo o sui confini o per tutto il terreno e il suo odore sgradito dai rettili, allontana questi animaletti.
Ne esistono di vari tipi e volumi, praticamente sono dei granuli impregnati di sostanze più o meno chimiche che però non possono essere usate negli orti e coltivazioni perchè lasciano tracce nelle piante e nei frutti...inquina un pò quindi.
Io vi consiglio di acquistarlo solo se davvero avete la fobia dei rettili e consiglio pure di non portarvelo dietro a pasquetta o in scampagnate nei boschi e prati perchè tanto non funziona subito e soprattutto inquina. Dopo tutto, quando usciamo per scampagnate dobbiamo ricordarci che dove mettiamo i piedi non è territorio nostro ma territorio loro , quindi spargere queste sostanze intorno al nostro tavolo e come se qualcuno venisse in casa nostra a spargere veleno per sfrattarci.


visita pure 

come scacciare serpi e vipere dal giardino con rimedi fatti in casa.

RICETTA LESINESE SCOMPARSA: LA FOLAGA SECCATA

C'era una volta un paese del basso Adriatico affacciato direttamente sulla sua omonima laguna. In questa laguna nei tempi di tardo autunno, amavano riunirsi per la forte abbondanza di cibo, moltissimi uccelli neri. Le folaghe.


A parte gli scherzi fino a qualche anno prima della seconda guerra mondiale esisteva una ricetta per la folaga andata completamente in disuso:"A FOLL'K S' CCAT" ( la folaga seccata)

Il procedimento per questa ricetta non richiedeva molto tempo, ma comunque serviva per assicurarsi della carne anche nei periodi di magra. La folaga era ed è uno degli uccelli più frequenti nel lago di Lesina, e dopo averla cacciata, si usava spennarla e sviscerarla per poi cospargerla di aglio, rosmarino, prezzemolo, alloro e sale. Dopo una brevissima frollatura si legava il tutto con lo spago e si riponeva ad affumicatura nei camini delle case lesinesi.
Una specie di prosciutto affumicato, di sicuro con un gusto forte che riprendeva veracemente il sapore della nostra terra e della nostra laguna..... da provare.
Ne porta testimonianza anche una pubblicazione dell'Accademia Nazionale dei Lincei " Notizie sugli scavi di antichità" del 1929

La folaga a Lesina è sempre stata una delle carni più apprezzate e abbondanti e come il maiale non si buttava via niente, infatti anche le piume servivano a qualcosa, si confezionavano comodissimi materassi e cuscini.
La piuma della folaga lavata (ultimamente anche in lavatrice) in un sacco o in una federa ben chiusa, assicurava traspirazione e quindi il miglior materiale antiallergico addirittura migliore dei cuscini in piuma d'oca.
Io ancora oggi dormo su un cuscino di piuma di folaga e posso assicurarvi che nei miei vari viaggi ho sempre rimpianto quel cuscino morbido e fresco....

mercoledì 27 aprile 2011

FABIO E MINGO DI STRISCIA DI NUOVO A LESINA PER LE VORAGINI



La soluzione di ri-impermeabilizzare il canale di Acquarotta è per me una delle soluzioni  più consone al problema, anche se ormai il danno è fatto visto che sotto Marina di Lesina esiste una voragine madre gigantesca e profondissima.
Un'altra soluzione potrebbe essere riscavare il canale di acquarotta e deviarlo verso la vecchia foce.

La vecchia foce del canale Acquarotta era praticamente sul confine tra l'Eden Kiss e Lido Mafalda, e negli anni 20/30 è stata poi spostata, raddrizzando il corso del canale, dov'è attualmente a Punta Pietre Nere. La ditta che eseguì i lavori sapeva bene come fare i conti e sapeva bene come lavorare, infatti impermeabilizzò tutto il fondo e i lati del canale con un letto di cemento in modo da non far sciogliere il gesso di quella zona.  

"...Curiosità: qual'è la differenza tra maestrale e tramontana? ..." By Frikkio

"...Curiosità: qual'è la differenza tra maestrale e tramontana? ..."

NO NO , CARO FRIKKIO DI MARE NON TE LO LASCIO COME COMMENTO MA TE LO PUBBLICO COME POST PRINCIPALE, ESSENDO QUESTO UN'OPERA D'ARTE!





"Ho visto solo ora questo post. Bisogna sapere che furono i Veneziani a dare i nomi ufficiali ai venti per dare un po' d'ordine a quello che era un vero caos nella marineria di allora. Ognuno li chiamava a modo suo. Percio' indirono un incontro fra tutti gli interessati sull'isola di Cipro, dove non vi sono venti dominanti, per stabilire una volta per tutte dei riferimenti ufficiali e riconosciuti universalmente, almeno in fatto di venti... La direzione da Cipro verso Venezia fu detta "maestra", da cui Maestrale. Tutti gli altri venti presero il nome dalla direzione delle terre da cui provengono sempre relativamente all'isola di Cipro. Ecco perche' a volte ci risulta incomprensible che un vento ufficialmente si chiami in un modo ma localmente in un altro. Maestrale, quindi non e' il vento che proviene dal nord, come saremmo portati a credere per intuito, ed ecco perche' il nostro Grecale non corrisponde al Grecale ufficile e cosi' via. Quasi sicuramente nella conferenza di Cipro non ci furono Lesinesi e, come al solito, fummo tenuti all'oscuro dalle cose importanti e continuammo a mangiare tranquillamente anguille. Non che la cosa ci tocchi piu' di tanto, dal momento che un conto e' stabilire domini e rotte commerciali per il Mediterraneo e un'altro e' circumnavigare San Clemente cou un sandalo. C'e da aggiungere, inoltre, che i Veneziani imposero in ogni caso il loro modo di denominare i venti e altro, poiche' erano praticamente i dominatori del Mediterraneo."

il vostro eolico lupacchiotto di mare: Frikkio (alias Primiano Schiavone)

martedì 26 aprile 2011

UNA FORTISSIMA EPIDEMIA STA DECIMANDO I DELFINI DELL'ADRIATICO

E da un pò di tempo a questa parte che il mare rigetta sulle spiaggie troppi delfini morti. Nessuna notizia dai giornali e nessuno che se ne interessa(forse perchè non è estate), ma la popolazione di stenelle e tursiopi nell'Adriatico si sta decimando e sicuramente per una forte infezione.
Uno è stato trovato direttamente da noi, altri invece da diversa gente che per un motivo o per un altro si trovava in spiaggia.
Ieri un altro delfino è morto sulle spiaggie di Molfetta e dalle prime analisi sembrerebbe che sia morto per una forte infezione causata da parassiti. ( con buona pace di chi vuole strumentalizzare)
I delfini purtroppo hanno dei parassiti che mangiano letteralmente la loro pelle ed alcuni addirittura hanno la facoltà di entrare direttamente nelle carni provocando anche grosse ferite. Ferite che prontamente si infettano provocando grossi danni, specialmente quando c'è qualche virus o infezione da altro agente patogeno straordinariamente potente come in questo caso.
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Oltre al delfino trovato da noi, ne sono stati trovati altri. Uno pochi giorni fa sempre sulle spiaggie di Lesina in località Pietre Nere, un altro scheletro l'ho visto due Sabato fa sul molo della foce del Fortore, un altro sempre pochi giorni fa sulle spiaggie di Campomarino (cb), uno ieri a Molfetta e altri 5 tra il Ravennate e il Riminese. Non si esclude che comunque ce ne siano ancora altri  in balia delle correnti e che le prossime mareggiate possano portarle fuori con ulteriori sorprese.
E' una strage silenziosa, provocata da questa epidemia che decima i delfini dell'Adriatico, che ultimamente avevano raggiunto un grosso numero come le tartarughe del resto, che a giudicare dagli avvistamenti, popolano le nostre acque e specialmente gli impianti di mitilicultura, forse attratti dalla vegetazione esistente sui massi d'ancoraggio .

Ho avuto modo di vedere un articolo del giornale on line di Termoli, Primonumero, che fa vedere uno dei delfini morti trovati in questa primavera. Vende l'accaduto come se il delfino fosse stato preso a fucilate da qualche pescatore.......mmmm questa è la foto  e secondo me e balisticamente parlando, un proiettile che riesce a trapassare le ossa del cranio di un delfino uscendo con quella precisione può essere uscito solo da un mitragliere a canna rigata da contraerea, quindi lascio a voi valutare se un pescatore esce in mare con la barca o con un cacciatorpediniere.....

giovedì 21 aprile 2011

RIAPERTURA DEL CANALE ZAPPINO, GIOVERA' AL LAGO DI LESINA?

La Giunta Comunale insieme alle altre istituzioni e ai fondi che sono stati stanziati per la riqualificazione dei laghi di Lesina e Varano, inaugureranno a breve i lavori di riapertura dell'antichissimo canale Zappino, interrato  ormai da più di un secolo.
Spiluccando tra i vari libri antichi e le varie immagini della nostra laguna, risalta all'occhio l'importanza di questo canale naturale che collegava il lago di Lesina con l'Adriatico.
Alcuni testi dell'ottocento oltre ad elencare ed elogiare le anguille di Lesina e loro grandi pesi, indicano pure alcune razze di pesci che nel lago non si vedono da chissà quanto tempo. Si tratta ad esempio del "Rombo" e della "Platessa". Guardando il pescato degli ultimi anni sembra proprio che queste specie di pesci non entrino più dal mare e mentre per la platessa e la sogliola si vede ancora qualche sporadico esemplare, il rombo invece è sparito completamente.

Il testo "Fauna del Regno di Napoli" di Oronzo Gabriele Costa, (1850) indica nelle acque del lago l'esistenza della platessa e di una specie di rombo molto più grande del resto del Mediterraneo.( forse si trattava di una specie endemica del lago di Lesina):

" Vive nel Mediterraneo, ma nel Golfo di Napoli e quasi in tutti i lidi del Regno non è molto frequente. Nell'Adriatico sembra essere più abbondante, ove pure acquista dimensioni maggiori.
Dal Lago di Lesina abbiamo ottenuto una varietà molto distinta, tra per l'altezza maggiore del corpo, ed il capo più ottuso; come per un colorito terroso dante al giallo tutto uniforme. Vi si notavano pure i primi raggi della dorsale meno crassi, le squame più delicate e quindi meno apparenti; ed in fine anche i denti del vomero e del faringe meno acuti. All'aspetto esso si annuncia come specie ben distinta; ma non ci presenta poi alcun carattere organico atto a farlo considerar come tale..."

Di sicuro questa specie di rombo poteva avere una variazione dovuta più dalle acque del lago che dalla specie in se per sè, ma comunque nel testo si indica un peso molto maggiore delle altre specie pescate dalle altre parti del sud Italia e come citato sopra anche dentature e colori diversi, un pò come succede per la nostra anguilla.
Oggi il rombo la sogliola e la platessa sono sempre più rari e anche le altre specie di pesci sono diminuiti. Voglia la condizione delle acque e voglia lo sfruttamento intensiovo degli ultimi anni, ma credo che comunque la salinità del lago di Lesina e lo scambio delle acque stesse col mare, siano parametri indispensabili per alcuni tipi di pesce, come ad esempio può essere la spigola che di sicuro è meno adattabile magari dell'orata che sappiamo esistere anche in foci inoltrate di fiumi. Il calo progressivo del pescato e della fauna ittica è quindi ben imputabile anche alla chiusura del canale Zappino che di sicuro era corridoio preferibile dal pesce.
A mio avviso l'apertura del canale causerebbe la mitigazione della salinità del lago e quindi uno scambio di acque giusto dal centro del lago stesso, consentendo di nuovo l'ingresso più frequente di pesci come il rombo, le spigole, sogliole, platesse e tutte quelle specie che hanno bisogno di una maggiore salinità, specialmente d'inverno quando i vari canali di scolo e bonifica, oltre a quelli naturali, gettano all'interno del lago acque dolci in maggior quantità.









mercoledì 20 aprile 2011

ORDINANZA DEL SINDACO: DIVIETO DI ACCESSO E TRANSITO VEICOLARE E PEDONALE NELLA PINETA COMUNALE DI "PENNACCHIO SPEDALE"

Giorno 18/04/2011 il Sindaco ordina il divieto di transito e accesso all'intera area della pineta del boscoisola, perchè fortemente pericolante. Dopo gli incendi del Luglio 2007, ad aggravare la situazione è anche un piccolo vermiciattolo che si insidia tra i tronchi dei pini bruciati scavandoli dall'interno e mettendo a rischio l'equilibrio e la resistenza dell'albero stesso. Il parassita in questione è lo scolitide, un coleottero piccolo alcuni millimetri che mangia il tronco dall'interno, quindi molto difficile da individuare guardando il tronco che all'occhio si presenta sano.
Ecco l'ordinanza: fai click sulle immagini per aprire

L'anno scorso la Protezione Civile di Lesina fece un lavoro davvero eccellente per mettere in sicurezza la pineta per il giorno di pasquetta, ma quest'anno i vari controlli effettuati dal comune e dalle autorità,  mettono in evidenza la forte pericolosità del sito, quindi è giusto che il Sindaco ordini il divieto all'accesso per preservare l'incolumità della gente.

venerdì 8 aprile 2011

E ORA SI TRIVELLANO LE TREMITI SU COMANDO DELLA LOBBY CHE GUIDA BERLUSCONI!!! ANZI LE BUNGABUNGHIAMO!

Ormai anche le testate giornalistiche ne danno conferma, la Prestigiacomo ha dato il suo consenso alla ricerca del petrolio dinanzi Lesina ed esattamente alle Tremiti. Nulla è servita tutta la mobilizzazione del popolo del web, associazioni , politici e quant'altro, sembra proprio che la prima letterina di Berlusconi abbia deciso di far trivellare ANZI BUNGABUNGARE le Tremiti a discapito di fondali ed economie turistiche, per trovare un petrolio che si sa è di bassa qualità.
Ormai lo sappiamo, l'Italia di oggi non è patriottistica ne tantomeno ha un popolo sovrano, ha solo al suo apice una lobby formata da poche persone che non sapendo dove andare a speculare ha preso di mira il territorio garganico. Territorio che non è stato mai preso in considerazione dallo stato per ben altre capacità, anzi...
L'agricoltura va a rotoli e pure li c'è una lobby, nella politica altrettanto, nelle industrie non si capisce, nel turismo si fa a piacer proprio, ora è il turno delle energie.
Si fa a gara per fare la solita italianata, si costituisce un parco nazionale chissà da quanto commissariato, si comincia a guardare al verde costruendo addirittura impianti fotovoltaici ed eolici, poi arriva la notizia del nucleare o a Lesina o a Manfredonia. L'anno scorso il petrolio e oggi di nuovo lo spettro piattaforme. Beh insomma stiamo messi proprio male, la lobby paga le puttane e si comprano pure case ad insaputa. E il popolo sovrano della repubblica italiana? Paga tasse per avere una televisione di merda, processi a catena contro un presidente che tutto fa tranne che tirarci fuori dalla crisi, auto blu, stipendi milionari a politici che non vanno nemmeno a sedersi in parlamento, portaborse, soldati in Afganistan in una guerra che non è nemmeno nostra, clandestini che sanno bene che l'Italia non ha frontiere con consecutiva Malta che ci prende per il culo, la massoneria che ride tirando tutti i fili della situazione, un presidente della regione Piemonte "leghista" che sa bene che è di San Severo, benzina e iva alle stelle, pensioni da fame, licenziamenti, aziende all'estero, invasione delle porcherie cinesi... Insomma la lista è lunga e non vedo nemmeno la soluzione , anche perchè se proviamo a pensare ad una dimissione di Berlusconi oltre non possiamo andare a pensare ad un governo di sinistra e non è che la sinistra oggi stia troppo bene. Continuerebbe comunque una lobby massonica e non, fatta di tangenti di banche che non danno ma chiedono, di aumenti di tasse, tagli, apertura di altre frontiere ecc. Il problema di oggi è semplicemente che dall'Italia esce troppo valore che non rientra, e solo una piccola parte "internazionale" ne guadagna a discapito nostro( pololino scemo e deficiente che si vende e nemmeno in maniera buona, per poter poi far cosa? PAGARE LE TASSE!)
Beh come si dice dalle nostre parti "u pesce puzza dalla capa" e se la capa va a puttane.......Mi trasferisco in Libia, almeno li un pò di petrolio buono c'è.
 Cari politici, mentre voi ve la tirate nei vostri discorsi da Vespa e Santoro, mentre ve ne andate a puttane e a trans, mentre vi arriva la notifica dalla banca dell'accredito ricevuto dallo stato, mentre pensate ai vostri affari disonesti, sappiate che c'è gente ONESTA che muore di fame! anche alle Tremiti!



Benvenuti a Lesina, l'unico comune nuclearizzato ecologicamente.

Ah approposito, colgo l'occasione in questo discorso per salutare la Ministra Brambilla, che sà bene che poi i turisti dall'estero non vengono perchè in Italia si va a caccia. Che figura ci facciamo poi se passa un cacciatore sotto una centrale nucleare o sotto un pozzo di petrolio? Poi il piombo inquina eh! ( e a questa la pagano pure, chi cazzo l'ha votata?)

martedì 5 aprile 2011

LE BELLE E VELENOSE PIANTE DEL BOSCOISOLA E NON

Nel nostro territorio esistono un bel pò di piante velenose, ma le più pericolose sono due, non  perchè le altre  siano meno velenose, ma semplicemente perchè potremmo venire a contatto molto più di frequente con queste che con altre.
Sto parlando del Colchico D'Autunno e della Calla Selvatica o Gigaro.
La Prima pianta appartiene al genere liliacee ed è composta da una parte aerea a foglie longilinee e un tubero sotterraneo che è molto simile al lampascione ma più allungato e ruvido di quest'ultimo. Viene chiamato Colchico D'Autunno semplicemente perchè fiorisce nel mese di ottobre con una varietà di colori e specie non ancora del tutto definite dagli studiosi.

COLCHICO D'AUTUNNO IN FIORE IN CONTRADA ZAPPINO
Il colchico è una pianta velenosissima e provoca forti diarree, vomito, cefalee, convulsioni ecc. Contiene due alcaloidi velenosissimi a cui non c'è antidoto, la cochicina e la colchiceina quindi si deve prestare attenzione specialmente durante la raccolta di alcuni tuberi selvatici come il classico lampascione di per sé molto simile.

L'altra Pianta, la calla selvatica, cresce prevalentemente vicino agli specchi d'acqua e d'estate inoltrata, si presenta solo come una pannocchia con delle bacche rosse abbastanza ordinate. E' molto frequente dalle nostre parti e viene chiamata anche il pane delle serpi (anche se con le serpi non ha niente a che vedere).
Il suo veleno a contatto con la pelle può provocare forti dermatiti e se mangiata provoca forti dolori già in bocca. Le sue bacche sono di un colore molto brillante quindi molto attrattive per i bambini, non facciamoli dunque avvicinare ne tantomeno toccare.
L'agente velenoso di questa pianta è l'acido ossalico, che può provocare inibizione all'accumulo delle scorie nei reni e altre irritazioni. E' raro che una pianta però possa uccidere un uomo anche perchè, come sopracitato, l'acido farebbe male già dalla bocca e un piccolo quantitativo può provocare problemi ma comunque non letali.

lunedì 4 aprile 2011

LA VIPERA E COMPAGNIA BELLA : QUESTI SCONOSCIUTI RETTILI

E' tanto di moda in questo periodo parlare di vipere e "compagnia bella", spinti dalle belle giornate e dal pensiero della raccolta delle erbe spontanee e asparagi, oltre al pensiero che tra qualche giorno andremo a trascorrere una bella scampagnata all'aria aperta e a Lesina come di prassi, al bosco.
Allora, non inventiamoci storie di morti atroci e di serpenti di 8 metri che ti prendono le misure ecc. andiamo subito al sodo: la vipera endemica del nostro boscoisola è la Vipera Aspis.
Il comportamento non è aggressivo, cioè non perde tempo ad inseguirti, anzi alle vibrazioni dei nostri passi scappa e attacca solo se non vede via di fuga o è messa alle strette.
La vipera di solito non morde per divertimento anche perchè altrimenti senza veleno non riuscirebbe a mangiare e questo è stato dimostrato dagli ultimi studi di erpetologia. Studi che assicurano addirittura la non inoculazione al primo morso del veleno.

Il Veleno della Vipera Aspis non è molto forte come altre vipere italiane, come ad esempio quella del Conero, ma comunque può essere molto pericoloso, anche se non riesce ad uccidere un uomo adulto e di sana corporatura.
 
 Riallacciandoci al discorso del morso, un paio di anni fa il governo ha deciso di bandire la vendita pubblica del siero antivipera, visto le statistiche che segnalavano intorno ai 500 morsi l'anno in Italia, tra cui solo 3 casi avevano realmente bisogno del siero. La stessa statistica rileva però più morti per shock anafilattico da siero che da morsi diretti. Oggi, infatti, il siero antivipera non è più in commercio e anche al pronto soccorso se morsi, vi faranno aspettare almeno due o tre ore per vedere se la vipera effettivamente ha inoculato veleno e se ci sono i classici sintomi da avvelenamento, come vomito, spasmi al petto, forti gonfiori sulla parte morsa, difficoltà a respirare, incoscienza e problemi cardiaci.
natrice
natrice
natrice
natrice
natrice

Altro discorso- NON TUTTI I SERPENTI SONO VELENOSI!
Nella nostra zona abbiamo molti tipi di serpenti, tra cui il più comune è il biacco. Il biacco insieme alla natrice e al cervone non sono velenosi e le loro prede le uccidono per costrizione. Non sono pericolosi ma vi assicuro che comunque il loro morso fa male e va subito disinfettato altrimenti i batteri contenuti fra i denti possono provocare infezioni.

Altra cazzata madornale lesinese: "u Wardiapass".
Questo ipotetico serpentello rosso dal morso micidiale che riesce a far morire un uomo in tre passi, mah!!! Nessuno ha mai visto qualche morto e lo sapete perchè? Perchè non è assolutamente velenoso. Io  vidi questo serpente più o meno tre anni fa in un tratturo difronte al mio orticello, beh non è un serpente velenoso anzi qualcuno lo alleva anche in cattività. Appartiene al genere Elaphe ed è il cugino italiano dell'Elaphe Guttata ( colubride americano, che vediamo nei negozi di animali). Chiamata scientificamente Elaphe Situla Leopardina  è molto più piccola della precedente e non ha denti veleniferi ed esattamente come gli altri colubridi, uccide per costrizione. La sua livrea è davvero spettacolare, ricorda lievemente la livrea della vipera, ma ha colori rosso vivace su base nocciola brillante.
Ecco la descrizione di wikipedia .

Raccomandazioni e consigli:
prima cosa da fare se non siete esperti o comunque non conoscete affatto i serpenti, è il riconoscimento. Non è difficile almeno riconoscere uno velenoso da uno non velenoso. Quelli velenosi di solito hanno dei bozzi al fianco della testa e gli occhi a lancia, mentre quelli non velenosi hanno gli occhi rotondi tipo quelli delle lucertole e non presentano bozzi al lato della testa.
Di solito chi ha paura dei serpenti non riesce a memorizzarne le livree e il panico gli fà sembrare di altri colori, quindi la cosa che riesce abbastanza è notare la dimensione della testa che nelle vipere di solito è molto più piccola del corpo, mentre nelle altre specie qui presenti, la testa è più proporzionata.
Se vi trovate difronte una vipera o altro serpente, non gridate o comunque cercate di non cadere in panico, basta aspettare e dargli via di fuga, vedrete che non succederà niente.

venerdì 1 aprile 2011

E' DI NUOVO ON LINE IL SITO DOVE FARE LA COMUNICAZIONE OBBLIGATORIA ATTIVITA' DI PESCA IN MARE

Il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, ha riaperto il nuovo sito dove fare la comunicazione obbligatoria dell'attività di pesca in mare.
Foto Michele Protano

Potete trovare la prima pagina di iscrizione a questo indirizzo : Mipaaf-Iscrizione
Mentre per le istruzioni di come si completa una comunicazione in modo corretto potete trovarle sulla pagina
Procedura