sabato 14 maggio 2011

IL RITROVAMENTO DELLE RELIQUIE DI SAN PRIMIANO A LESINA- E I SOTTERRANEI DELLA CHIESA

 E' soprattutto con semplicità e superficialità, che ogni tanto si parla della storia del santo patrono e di come sia arrivato a Lesina, magari facendo confusione su alcuni punti per coprire le grosse lacune che  si sono venute a formare nel corso del tempo.
Un pò di mesi fa trovai un testo, in cui c'era un rapporto della venuta a Lesina di un sacerdote mandato dalla Chiesa e per commissione della Santissima Annunziata di Napoli.

Il rapporto recita così:

Addi 22 novembre 1597 giuns'egli in città: i sui primi passi furono alla chiesa dell'Annunziata, cui appena poteva servire per celebrar la messa, tanta era la rovina in che si trovava, specialmente nel tetto, già in più punti caduto. Accompagnato dal sagrestano di essa, e da molti altri ecclesiastici e secolari, avviosi verso l'antica cattedrale, non di molto discosta.
Non vi sorgevano che mura e l'erba, e gli sterpi cresciuti sulla somma di queste facevano chiaramente conoscere, che da più e più anni era priva di tetto: non più finestre, non più porte, non più in somma verun vestiglio di sacro tempio. Una ben grossa ficaia selvatica confermava, come dinanzi ho notato, l'antica dell'avvenuto eccidio.
Tutt'al più, si trovava un qualche indizio di chiesa nella diroccata tribuna.
Perlustrando intanto diligentemente quel luogo, si trovarono sparsi al suolo de bassirilievi, delle pietre con iscrizioni a caratteri lombardi, ma infrante e logorate così da non poterne rilevare parola. Benzi da una pietra lunga dieci palmi ed alta due e mezzo, cui dicevano aver servito di ornamento alla porta principale del tempio, poterono rilevare alcune figure, ciascuna delle quali aveva anche il suo nome, scolpitovi in abbreviatura: nel mezzo era effigiato il Salvatore; a destra S. Primiano, già titolare del tempio,S.Firmiano, S.Sabino vescovo , S Eunomio vescovo; a sinistra S.Pascasio abate, sant'Orsola, S. Alessandro, S.Telluro.
  
La cosa che mi ha colpito di più si trova in questa parte del rapporto che trova ancora oggi fondamento nella struttura della nostra chiesa e forse sarei riuscito personalmente a suggerire ulteriori scavi durante l'ultima ristrutturazione, se mi fosse stata data la possibilità di accedere durante i lavori e vedere con occhi più sospettosi quello che magari non si è voluto vedere.

Proseguendo colle loro indagini, videro due aperture, che davano ingresso, ciascuna per mezzo di una scala, alla confessione o sotterranneo, a cui gli sterpi e i cespugli da molto tempo cresciuti facevano le veci di porta. Con grande fatica vi discesero: ne trovarono sostenuto il volto da varie colonne di elegante forma e di ben antico lavoro. Cinque altari di fronte sorgevano tuttavia: su di ognuno stava una cassa di legno, entro cui una figura intagliata similmente in legno, in abito benedettino, col pastorale nella destra, un libro nella sinistra. In quella dell'altare di mezzo era l'effige di S.Primiano, tenente in mano un ramoscello; in un'altra era S.Sabino, vestito da vescovo, con mitra in capo, pastorale nella sinistra, e colla destra in atto di benedire. Era cosa maravigliosa, che in un sotteraneo così abbandonato, a cui avevano libero accesso i rettili gl'insetti e qualunque altro immondo animale, sotto un pavimento erboso e pieno di sterpi, ed esposto a tutte le intemperie dell'aria , non vi fosse indizio della minima umidità. Si notò anche una colonna forata , a cui costumavasi legare gli energumeni per ottenere la guarigione.

All'indomani che era giorno di Domenica, il Marra volle offerire il santo sacrifizio su quell'altare di mezzo; Siccome fece anche nel susseguente giovedì. Recitate poscia le litanie ed altre preci, posero tutti mano a scavare intorno a quell'ara, sulla sicurezza di dovervi trovare qualche sacro tesoro. E lo trovarono: imperciocchè , giunti a quattro palmi di profondità, scoprirono una cassa di marmo, lunga quattro palmi e larga poco più di uno. Apertala vi trovarono molte ossa, a cui era sovrapposta una piccola lamina di piombo larga tre dita e lunga tre, la quale offriva la parola
S.PASCHASIVS ; e nell'inferior parte del coperchio della cassa, anch'esso di marmo , era scolpito: S.PASCHASIVS CONFESSOR. Subito per tutta la città si fece spargere il lieto annunzio; si canto solennemente il TE DEUM; si ricopri la cassa, vi si fece accendere un lume, si assicurò ogni ingresso al sotterraneo; nè per quel di si fece di più.
A'25 dello stesso mese il divoto indagatore celebrò la messa sull'altare a sinistra , e ,e fatte le presi solite, diede principio allo scavo anche la; e similmente quattro palmi sotterra, trovò un lungo e grosso marmo, che copriva due casse pur di marmo , una delle quali offriva sul coperchio l'indizio S.SABINVS CANVSINVS, e dentro colle ossa, a cui stava unito anche il teschio, era una lamina di piombo, sulla quale leggevasi: S.SABINVS CANVSINVS PONTIFEX LESINENSIS; nel coperchio dell'altra cassa e sulla dentrovi lamina di piombo unita alle ossa racchiuse era inciso S.EVNOMIVS.
All'indomani in somma , sotto lo stesso altare di mezzo, trovarono un'altra cassa, contenente molte ossa e la lamina di piombo; su cui egualmente che sul coperchio si leggeva S.ALEX ET S. VRS. VIRG. ET MART.
Addi 27 ne trovarono un'altra più sotto: v'era scolpito in carattere più antico delle altre S.TELLVRIVS.
Ma accortosi il Marra che i Lesinesi macchiavano qualche furto su quel sacro bottino, ne diede sollecito annunzio ai governatori giuspatroni della santissima Annunziata di Napoli, e si pose intanto a farne più diligente che mai sentinella. Vedendo quei cittadini perciò l'impossibilita dell'impresa, ne soffrendo di essere spogliati di quei preziosi pegni della religione dei loro padri, offrirono al Marra mille ducati d'oro per ogni cassa, purchè loro le consegnasse:ma indarno, perciocchè ai 2 di marzo del seguente anno 1598 arrivarono a Lesina con uno dei governatori della basilica giuspatronale alcuni apostolici inviati, con ordine di trasportarle tutte a Napoli, siccome fecero nel di 4 del mese stesso. Ebbero per altro la diligenza di lasciare alla città una reliquia di ciascuno dei sacri corpi, perchè non ne restasse intieramente spogliata. Anzi nello stesso giorno dell'arrivo dei suddetti inviati, alla presenza di loro volle il Marra continuare l'interrotto scavo del pavimento intorno all'altare di mezzo, e si trovò un'altra cassa di marmo con entro altre ossa e una lamina di piombo: leggevasi sul coperchio S.PRIMIANVS, S.FIRMIANVS, e sulla lamina SS.PRIMIANVS ET FIRMIANVS.
Le sacre reliquie di tutti questi santi furono collocate provvisoriamente nella chiesa della Pietà di Napoli , finchè se ne dispose onorevole pompa per trasferirle alla basilica della santissima Annunziata.
In questa parte si descrivono due aperture che portavano giù nei sotterranei della chiesa madre, dove appunto sono state ritrovate le ossa dei santi e soprattutto quelle di San Primiano.
Facendo capo al progetto dell'Oberty della nuova chiesa madre costruita sulle fondamenta della vecchia cattedrale, possiamo fortemente intuire che in una maniera o nell'altra sotto la nostra chiesa ci sia ancora il sotterraneo con il suo colonnato e gli altari. Idea del sotterraneo che in qualche modo potè comunque contagiare anche il Vanvitelli nel suo progetto della costruzione del Succorpo della Basilica dell'Annunziata in Napoli, visto che comunque lui fu a contatto con i santi Eunomio, Pascazio e Sabino ritrovati appunto in Lesina nei sotterranei.

succorpo Annunziata di Napoli
Vanvitelli stesso che progettò la zoccolatura della scalinata della Reggia di Caserta proprio con il calcare nero che secondo alcuni documenti,veniva scelto dalle cave ora scomparse di torre fortore in tenimento di Lesina.:
Si ipotizza quindi che il Vanvitelli durante il suo viaggio per la scelta dei marmi, si recò a Lesina presso l'Annunziata, e visitò il succorpo di persona per poi riprogettarlo a Napoli.

venerdì 6 maggio 2011

LA GRACILARIA, L'ALGA TIPICA DEL LAGO DI LESINA, OTTIMA PER LA CUCINA GIAPPONESE E NON SOLO

La Gracilaria, l'alga che per molti anni è stata raccolta nel lago per l'industria farmaceutica, viene ancora tutt'oggi consumata dal popolo giapponese e non solo. Questo piatto viene chiamato Ogonori e viene servito freddo  preparandolo solo con un pò di sale.
 Di solito accompagna il sashimi, ma fuori dalle tradizioni giapponesi, la Gracilaria viene usata come insalata, saltata in padella, in umido oppure leggermente scottata sulla brace e condita con olii.
Questa alga non viene solo consumata in Giappone come piatto tipico, ma anche in tutto il Sud Est asiatico, Hawaii e nelle isole Caraibiche.

Esistono vari tipi di gracilaria, e la nostra è indicata come "Gracilaria Verrucosa", da cui si estrae l'Agar Agar, una sostanza mucillagginosa che serve come terreno di coltura per microrganismi nei laboratori, oppure come lassativo. Viene utilizzata anche nell'industria alimentare come sbiancante dei vini, birre e dei liquori e per la preparazione di gelatine e di marmellate senza zucchero e a basso contenuto calorico.

Curiosità:
tra i prodotti fabbricati con la Gracilaria, esistono anche dei giocattoli erotici, strumenti per la profilassi sessuale al gusto di Gracilaria, custodie per telefoni cellulari, saponi e siliconi.