giovedì 23 dicembre 2010

LA MINESTRA D'ANGUILLA LESINESE E LA DOLCE POESIA DI LESINA NEL MATTINO DELLA VIGILIA

Il giorno della vigilia di Natale come sappiamo, a Lesina è tradizione preparare la minestra d'anguilla. Ci sono delle piccole varianti nella preparazione, piccole varianti che cambiano da famiglia a famiglia. Ad esempio c'è chi ci mette l'olio crudo, chi non lo mette, a chi gli piace piccantissima, chi non mette la zucca, addirittura chi ci mette il prezzemolo. Ma qual'è la vera ricetta d'anguilla , quella originale, quella dei pescatori per intenderci? boh nessuno lo sa ma comunque viene buona lo stesso

Questo piatto tipico nasce a Lesina nella notte dei tempi. I pescatori riuniti in ciurme, usavano prepararla nelle lunghe giornate lavorative sul fuoco del pagliaio che di solito avevano sul boscoisola, usando erbe e verdure del luogo sia selvatiche che del piccolo orticciolo che di solito avevano vicino al pagliaio.

Oggi questa tradizione è l'unica a lasciare nella frenesia del mattino della vigilia, un profumo e soprattutto un'orgoglio di essere lesinesi. Un'orgoglio che scioglie il cuore di tutti i lesinesi, e lascia però un vuoto a chi tristemente non può essere presente a Lesina in quel magico giorno.

La giornata della Vigilia di Natale comincia di mattino presto, con il profumo dei panettieri che avvolge completamente Lesina già da prima dell'alba. Timidamente si sveglia tutta la popolazione che si riversa freneticamente sul lungolago a comprare l'anguilla dai pescatori che con fare a volte professionale e a volte goffo, puliscono e spaccano anguille su pezzi di tavole intrise di muco e sangue. Poi è il turno dei tanti negozi.... a fare compere. Il pane, la pasta, le verdure, gli ultimi regali, i dolci, tutto con la stessa frenesia e il cuore a mille.
E' bellissima Lesina la mattina della Vigilia, tornano i parenti,  si ritrovano amici, le macchine ...uff... quello credo sia l'unico difetto di quella mattina...una parcheggiata dritta???...

Poi si avvicinano le 11:00 e già nell'aria si comincia a sentire l'odore di brace appena accesa, seguita poi dall'inconfondibile profumo del signor CAPOMAZZO. Si a Lesina non si chiamano come a Napoli "capitoni" ma "Cap'mazz"!
Si entra in casa, molte volte in casa dei nonni , che come al solito partono con il cazziatone mattutino o perchè si è fatto tardi con gli amici all'aperitivo o perchè si è fatto tardi la sera prima. Per i nipoti non ci sono santi!     " tavev ditt ca a mez jurn aviva sta quà!"
Ma nessun nipote sente quelle parole perchè la prima cosa che va a vedere è quella cosa che sta sul fornello

Un pentolone che borbotta , di solito vecchio e che si usa solo per quella pietanza, sempre lui magari come quello in foto con qualche manico rotto, un pò ossidato e col coperchio che non combacia mai, ma tenuto su dal mestolo in legno messo di lato.

Intanto fuori è una sola sinfonia, tutte le braci sono accese, il profumo intenso di anguilla arrosto schiaccia violentemente le ghiandole salivarie, ma sta semb u sconcia jok c'hanna r'rost u gnell p'cche i fa schif a n'guill...e sta cazz d puzz proprij da quà anna passà! mmmmaaahhhh!!!

Una voce poi da il via alla festa, e di solito è la voce forte della capofamiglia! Si perchè a Lesina al contrario di quanto si pensi le famiglie sono matriarcali:  CHEJA FA' JEA M'NSTRA'? ----sci sci m'nistr m'nistr, pigghj u vuin mò, a miss u diavulicchj? mitt'm pur nu par d fell sott u piatt! mo i ciokk dit'mli a me, MEH AUGURJ A TUTT QUAND E CHI C VO' MAL C SCHATTASS N'GORP MO STESS! BON'APPTIT!


-AEEEEOEOEOOOOOOHHH
- dì
- mang nu poc d pan ta magnat, cat pozzna m'benn ta frcat sol tu nu litr d vin, mo vatt culc,
stu zasson scialaccon cafard!

AUGURI DI CUORE A TUTTI I LESINESI , specialmente a chi non può tornare. Spero di aver almeno per poco fatto tornare dolcemente i vostri bei ricordi delle passate vigilie lesinesi. Vi auguro di passare una vigilia e un Natale molto più dolce e spensierato. AUGURI!

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