martedì 20 ottobre 2009

OPERE SU LESINA 2--LE CHIESE D'ITALIA: DALLA LORO ORIGINE SINO AI NOSTRI GIORNI; OPERA, VOLUME TRE DI GIUSEPPE CAPPELLETTI 1845

(LA SCOPERTA DELLE RELIQUIE DI SAN PRIMIANO)

...........Ed eccomi a tale proposito a mantenere la promessa di descriverelo stato qual era al momento della visita fattale dal sacerdote napoletano Aurelio Marra, per commissione dei rettori della chiesa della santissimaAnnunziata in Napoli, al cui giustpatronato, siccome dissi, era soggetta la chiesa di Lesina.

Addi 22 novembre 1597 giuns'egli in città: i sui primi passi furono alla chiesa dell'Annunziata, cui appena poteva servire per celebrar la messa, tanta era la rovina in che si trovava, specialmente nel tetto, già in più punti caduto. Accompagnato dal sagrestano di essa, e da molti altri ecclesiastici e secolari, avviosi verso l'antica cattedrale, non di molto discosta.
Non vi sorgevano che mura e l'erba, e gli sterpi cresciuti sulla somma di queste facevano chiaramente conoscere, che da più e più anni era priva di tetto: non più finestre, non più porte, non più in somma verun vestiglio di sacro tempio. Una ben grossa ficaia selvatica confermava, come dinanzi ho notato, l'antica dell'avvenuto eccidio.
Tutt'al più, si trovava un qualche indizio di chiesa nella diroccata tribuna.
Perlustrando intanto diligentemente quel luogo, si trovarono sparsi al suolo de bassirilievi, delle pietre con iscrizioni a caratteri lombardi, ma infrante e logorate così da non poterne rilevare parola. Benzi da una pietra lunga dieci palmi ed alta due e mezzo, cui dicevano aver servito di ornamento alla porta principale del tempio, poterono rilevare alcune figure, ciascuna delle quali aveva anche il suo nome, scolpitovi in abbreviatura: nel mezzo era effigiato il Salvatore; a destra S. Primiano, già titolare del tempio,S.Firmiano, S.Sabino vescovo , S Eunomio vescovo; a sinistra S.Pascasio abate, sant'Orsola, S. Alessandro, S.Telluro.

Proseguendo colle loro indagini, videro due aperture, che davano ingresso, ciascuna per mezzo di una scala, alla confessione o sotterranneo, a cui gli sterpi e i cespugli da molto tempo cresciuti facevano le veci di porta. Con grande fatica vi discesero: ne trovarono sostenuto il volto da varie colonne di elegante forma e di ben antico lavoro. Cinque altari di fronte sorgevano tuttavia: su di ognuno stava una cassa di legno, entro cui una figura intagliata similmente in legno, in abito benedettino, col pastorale nella destra, un libro nella sinistra. In quella dell'altare di mezzo era l'effige di S.Primiano, tenente in mano un ramoscello; in un'altra era S.Sabino, vestito da vescovo, con mitra in capo, pastorale nella sinistra, e colla destra in atto di benedire. Era cosa maravigliosa, che in un sotteraneo così abbandonato, a cui avevano libero accesso i rettili gl'insetti e qualunque altro immondo animale, sotto un pavimento erboso e pieno di sterpi, ed esposto a tutte le intemperie dell'aria , non vi fosse indizio della minima umidità. Si notò anche una colonna forata , a cui costumavasi legare gli energumeni per ottenere la guarigione.

All'indomani che era giorno di Domenica, il Marra volle offerire il santo sacrifizio su quell'altare di mezzo; Siccome fece anche nel susseguente giovedì. Recitate poscia le litanie ed altre preci, posero tutti mano a scavare intorno a quell'ara, sulla sicurezza di dovervi trovare qualche sacro tesoro. E lo trovarono: imperciocchè , giunti a quattro palmi di profondità, scoprirono una cassa di marmo, lunga quattro palmi e larga poco più di uno. Apertala vi trovarono molte ossa, a cui era sovrapposta una piccola lamina di piombo larga tre dita e lunga tre, la quale offriva la parola
S.PASCHASIVS ; e nell'inferior parte del coperchio della cassa, anch'esso di marmo , era scolpito: S.PASCHASIVS CONFESSOR. Subito per tutta la città si fecespargere il lieto annunzio; si canto solennemente il TE DEUM; si ricopri la cassa, vi si fece accendere un lume, si assicurò ogni ingresso al sotterraneo; nè per quel di si fece di più.

Continua.....

Nessun commento: